Acquisto di titoli pubblici, contestate accuse dei giudici tedeschi
BRUXELLES – “Siamo una istituzione europea e sotto la giurisdizione della Corte di giustizia europea e operiamo in base al nostro mandato istituzionale, in maniera indipendente da governi e lobby”. Con queste parole il vicepresidente della Banca centrale europea, Luis De Guindos, ribadisce la completa indipendenza della Bce dalla corte teutonica e l’assoluta estraneità dell’istituto bancario dalle accuse mosse dalla Corte di giustizia tedesca, secondo la quale manca una valutazione di proporzionalità nel piano di acquisti di titoli di Stato messo in atto dalla Bce per fronteggiare la crisi causata dalla pandemia da Coronavirus.
“Siamo tenuti – ha aggiunto De Guindos durante l’audizione al Parlamento europeo sulla presentazione del rapporto 2019 – a rispondere al Parlamento europeo e lo facciamo in maniera totalmente aperta. La Bce non è seconda a nessuno in termini di trasparenza”.
Il riferimento alle “lobby” potrebbe anche essere un rimarcare indiretto del fatto che le accuse lanciate dalla Corte tedesca si basano su assunti forniti da “periti” molto di parte: i giudici tedeschi avrebbero infatti dato retta quasi esclusivamente a esponenti del panorama bancario e assicurativo tedesco, spesso alfieri di visioni ultra ortodosse del quadro e supercritici della politica monetaria europea.
“La valutazione di proporzionalità da parte della Bce è continua” secondo il vicepresidente De Guindos. “Ad esempio sulla stabilità finanziaria valutiamo continuamente gli effetti collaterali delle nostre policy”. E proprio da queste continue analisi si è potuto verificare che “gli effetti positivi delle nostre policy superano di molto quelli negativi” e per questo vanno avanti. “Non lavoriamo in una sorta di torre di avorio – ha rivendicato Luis De Guindos – è importante che siamo convinti della proporzionalità della nostra azione. Non è il mio compito analizzare la decisione della Corte costituzionale tedesca, ma il mio punto chiave è che valutiamo continuamente la proporzionalità delle nostre decisioni, e quanto siano commisurate allo scopo per cui le prendiamo”. Durante il suo intervento, inoltre, De Guindos, ha tenuto a sottolineare la completa trasparenza dell’Istituto bancario europeo: “I resoconti delle riunioni del Consiglio direttivo sono pubblici. Teniamo continue conferenze stampa dopo le riunioni, il tema degli effetti collaterali e della proporzionalità è stato continuamente presente”.
“Penso di essere stato chiarissimo – ha commentato ancora – sul nostro obiettivo primario, che è garantire la stabilità dei prezzi, e utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per assicurarci di raggiungerlo”. Peraltro la Bce stima che le necessità aggiuntive di finanziamenti dei Paesi dell’area euro, sulle spese dovute alla crisi da Coronavirus, porteranno a emissioni supplementari di titoli di Stato “in una forchetta tra 1.500 e 2.000 miliardi di euro”. E questo ridimensionerà la questione del raggiungimento dei limiti agli acquisti sulle singole emissioni che la Bce si è autoimposta nel suo programma di acquisti.
Intanto, nel Consiglio direttivo della Banca centrale europea, rimane aperta la discussione su come rispondere ai diktat della Corte teutonica. L’ipotesi è quella di rispondere indirettamente, magari autorizzando la Bundesbank a inoltrare la mole documentale della Bce sugli studi dell’impatto delle misure monetarie.