La beffa dell’isola Ferdinandea - QdS

La beffa dell’isola Ferdinandea

Chiara Spampinato

La beffa dell’isola Ferdinandea

giovedì 23 Settembre 2021

Nel 1831 apparve, o meglio emerse, suscitando la bramosia di possesso di Francia, Inghilterra e Regno delle due Sicilie

Potrebbe essere proprio l’isola Ferdinandea la famigerata e stracelebrata isola che non c’è, che tanti racconti ha ispirato nei tempi.

Attualmente inabissata tra i flutti del canale di Sicilia, tra Sciacca e Pantelleria, nel 1831 apparve, o meglio emerse, suscitando la bramosia di possesso di Francia, Inghilterra e Regno delle due Sicilie. Una contesa a livello internazionale! La sua emersione durò un paio di mesi ed ebbe inizio con terremoti e scosse e i racconti dei pescatori che narrarono di getti di fumo e lava che uscivano dal mare.

A quel tempo, il suo affioramento la rese ben visibile, più di 8 metri di elevazione dal livello del mare e per quanto si trattasse di un minuscolo lembo di terra di origine vulcanica, le suddette potenze straniere ambirono a conquistarla ritenendola un importantissimo e strategico punto per scopi sia commerciali che militari.

L’isolotto, che nel tempo ebbe svariati nomi, isola Iulia, Corrao, Graham e Sciacca, aveva una superficie davvero ridotta, solo 4 chilometri e sarebbe stata dominio di chi vi fosse sbarcato per primo e vi avesse messo piede.

Per prima giunse la Marina Britannica, alla guida dell’ammiraglio Percival Otham, che ne prese possesso il 24 agosto del 1831, col parere assolutamente contrario del regno delle due Sicilie. Poi fu la volta della Francia che vi mandò una flotta in perlustrazione e la rinominò “isola Iulia”, osando innalzarvi il tricolore francese.

A questo punto, l’ira del re Ferdinando II di Borbone giunse al culmine ed inviò, in contrapposizione alla flotta francese, la corvetta bombardiera “Etna”, sostituendo il vessillo borbonico al tricolore francese. Un minuscolo lembo di terra e tre potenze in lotta per il suo possesso!

Ciò portò l’Europa sull’orlo del conflitto, ma proprio all’aggravarsi delle ostilità, la questione si risolse in maniera assolutamente naturale quanto insolita: l’isola che era frutto di una eruzione sottomarina, che la rese visibile per alcuni mesi tra il giugno ed il dicembre del 1831, venne improvvisamente inghiottita dai flutti del mar di Sicilia e si inabissò tra le onde, sparendo del tutto.

A Natale dello stesso anno dell’isolotto non vi era più alcuna traccia. Oggi sappiamo che esistette davvero ed attualmente si trova a circa 8 metri di profondità, 27 miglia a largo di Sciacca, chiamata definitivamente “banco di Graham” e facente parte di un intricato sistema di vulcani sottomarini. Per l’esattezza l’isola rappresenta un cono accessorio del vulcano sottomarino “Empedocle” che ha tanto in comune ed è in continuo collegamento col nostro imponente vulcano Etna.

Notizie più antiche ma documentate dell’emersione dell’isola, comunemente detta Ferdinandea, si ebbero già dagli scritti sulle guerre puniche e, con il suo altalenante comparire e scomparire, è stata nei secoli sempre fonte di ispirazione di miti e leggende, ma la nostra terra, si sa’, è un continuo ed inesauribile pullulare di magie e misteri.

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