Sessantamila euro utili a consentire la prosecuzione delle attività. La cifra è stata stanziata dalla Regione ed è rivolta ai Consorzi di Comuni che in Sicilia si occupano esclusivamente della gestione e della valorizzazione dei beni confiscati alla mafia.
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L’avviso è stato pubblicato ieri e richiama quanto previsto con la legge regionale n. 9 del 2024, che ha disposto il rifinanziamento degli interventi che nel 2013 erano stati disposto dalla Regione all’epoca del governo Crocetta.
I contenuti dell’avviso
“L’istanza per l’ammissione ai contributi in argomento relativi all’esercizio finanziario 2024, corredata dalla documentazione di seguito precisata, dovrà pervenire all’assessorato regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica – Dipartimento Regionale delle Autonomie Locali – Servizio 4 Trasferimenti agli Enti locali per il finanziamento delle funzioni a pena di esclusione, entro e non oltre 30 giorni dalla comunicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Regione della pubblicazione”, si legge nell’avviso.
Agli enti è chiesto di trasmettere, tramite posta certificata, la domanda di finanziamento allegando una serie di documenti. “Le eventuali istanze trasmesse ad indirizzi di posta elettronica diversi da non saranno prese in considerazione per la definizione del relativo procedimento amministrativo”.
Per poter accedere ai fondi bisognerà presentare, oltre all’istanza debitamente firmata dal legale rappresentante, l’atto costitutivo e lo statuto del consorzio, il bilancio consuntivo del 2023 e quello preventivo per il triennio 2024-2026, nonché l’elenco delle spese di funzionamento sostenute nell’anno in corso e poi, soprattutto, la lista degli immobili.
A riguardo è specificato che l’elenco dei beni confiscati alla criminalità organizzati e affidati per la gestione e valorizzazione al singolo ente dovrà essere presentato “con l’indicazione degli estremi dei relativi provvedimenti di assegnazione e la prevista destinazione alla fruizione sociale data ai beni assegnati”;.
L’avviso prevede che per poter ricevere i contributi, i consorzi con i propri bilanci devono farsi carico di almeno il dieci per cento del totale delle spese di funzionamento affrontate nel 2024.
La divisione dei contributi
L’avviso prevede che, una volta completato l’esame della documentazione amministrativa, il dipartimento regionale alle Autonomie locali provvederà a ripartire le risorse. Il criterio che verrà seguito è quella della distribuzione “proporzionalmente alle spese di funzionamento risultanti dal bilancio preventivo 2024 fatto salvo, a rendicontazione, il controllo in ordine all’effettivo sostenimento delle medesime spese”.
Per quanto riguarda i costi del personale che operano nei consorzi, l’avviso prevede che la spesa per cui si potrà fare ricorso ai contributi della regione è limitata al 50 per cento della spesa. “Per il personale delle amministrazioni comunali consorziate, assegnato a qualunque titolo al consorzio, il contributo non potrà essere richiesto per la spesa sostenuta dai singoli Comuni consorziati, ma soltanto per la quota sostenuta dal consorzio che verrà riconosciuta integralmente”, viene chiarito.
Obbligo di rendicontazione
La Regione chiede che, ricevute le somme, i singoli enti dimostrino le spese affrontate per cui è stato assegnato il contributo. “Ai sensi di quanto previsto dall’art. 158 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e s.m.i., il contributo dovrà essere rendicontato, a cura del segretario e del responsabile del servizio finanziario del Consorzio, entro il termine perentorio di sessanta giorni dal termine dell’esercizio finanziario in cui è avvenuta l’erogazione, pena – si legge nell’avviso – l’obbligo di restituzione”.

