Archeologia subacquea, chiuso il meeting di Taormina - QdS

Archeologia subacquea, chiuso il meeting di Taormina

redazione

Archeologia subacquea, chiuso il meeting di Taormina

martedì 15 Ottobre 2019

Arrivederci a Oristano 2022 per il prossimo meeting sui tesori sommersi. Fino al primo dicembre nel Palazzo Ciampoli rimarranno comunque aperte le tre mostre sugli esploratori degli abissi marini. Sarà possibile usufruire di visite guidate

Dai porti sommersi dei Campi Flegrei (Campania) al progetto di musealizzazione della nave di Albenga (Liguria); dal sistema portuale antico di Bari (Puglia) alla carta dei relitti del Mare di Venezia (Veneto); e poi l’approdo fluviale di Pisa (Toscana), la didattica “subacquea” nel lago di Bolsena (Lazio), la divulgazione con le tecnologie digitali e il progetto MUSAS (Museo di Archeologia Subacquea) condiviso da Campania, Puglia e Calabria, il relitto di Spargi in Sardegna e le rotte del commercio arcaico. Infine in Sicilia con una radiografia del patrimonio e del paesaggio costiero sommerso: dalla Baia di Naxos (relitto delle colonne) alle Egadi (con il recupero dei rostri della storica battaglia), passando per il porto antico di Eraclea Minoa (approdo di Minosse), il relitto della Chiesa bizantina sommersa a Marzamemi e quelli di Isola delle Femmine, Mazara del Vallo. Infine l’innovazione tecnologica, alleata delle ricerche in altofondale, con il supporto di macchine (navi oceanografiche e batiscafi) e sistemi remoti.

Il presente e il futuro dell’archeologia subacquea in Italia sono stati
al centro delle circa settanta relazioni che hanno animato il VI Convegno di
Archeologia Subacquea e Rassegna Internazionale di Giardini Naxos svoltosi dei
giorni scorsi a Taormina e organizzato dalla Soprintendenza del Mare, guidata
da Valeria Li Vigni, e dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da
Gabriella Tigano, che ha ospitato i lavori nel centro polifunzionale di Palazzo
Ciampoli.

Il convegno ha visto la partecipazione dei massimi studiosi italiani del
settore giunti a Taormina dalle università e soprintendenze di tutta Italia
(presenti anche con una trentina di poster), da Spagna, Germania, da Malta e da
istituti di ricerca come il CNR, l’Istituto Superiore di Conservazione e Restauro
(ISCR del Mibac) e l’INGV nel solco di quell’approccio interdisciplinare alla
conoscenza dei reperti del passato avviato in questi anni dall’archeologo e
fondatore in Sicilia della Soprintendenza del mare, Sebastiano Tusa, al quale
era idealmente dedicato il convegno.

A coordinare i lavori, anche nel ruolo di direttore del Comitato
Scientifico, era Luigi Fozzati, antropologo del mare e delle acque, docente
dalla Ca’ Foscari di Venezia e decano degli archeologi subacquei in Italia. Nel
tracciare la rotta interdisciplinare dell’archeologia moderna – ossia la
compresenza negli scavi di terra e di mare di storici, geologi, archeobotanici
e paleozoologi – Fozzati ha avviato con i colleghi il forum permanente sul patrimonio
culturale subacqueo, tema del convegno e della relativa “Carta di Taormina” dedicata
alla sua valorizzazione. Documento, questo, successivo alla Carta di Udine, elaborato
durante l’edizione 2016 per disciplinare in Italia le attività e le finalità
del settore.

In chiusura, la commossa “lettera omaggio” alla memoria di Sebastiano
Tusa inviata da David Blackman dell’Università di Oxford, archeologo britannico
specializzato in storia marittima antica che, nelle prime righe si dice “immerso
nella battaglia politica in Gran Bretagna per prevenire il disastro della
Brexit”.

Prossima tappa, nel 2022, la Sardegna: è l’annuncio di Pier Giorgio Spanu
(Università di Sassari), per l’edizione numero sette a Oristano.

Tre le mostre abbinate al convegno e visitabili a Palazzo Ciampoli, fino
al 1° dicembre nei giorni venerdì, sabato e domenica, dalle 9 alle 18, con
ingresso gratuito.

LE
MOSTRE

Le mostre sono:

  • “I pionieri dell’archeologia subacquea”, con foto d’epoca e documenti d’archivio sulle prime esplorazioni sottomarine degli anni Sessanta in Sicilia;
  • Storia della Soprintendenza del Mare” per ripercorrere la best-practice siciliana (nata dalla felice intuizione di Tusa) di un ente che, oltre a fare scuola nel proprio settore a livello nazionale e internazionale, in quindici anni di attività ha contribuito in maniera significativa a definire procedure e criteri per il recupero e la valorizzazione del patrimonio sommerso del Mediterraneo, culla della civiltà europea; infine
  • Archeologia subacquea tra passato e futuro: dai pionieri alla realtà virtuale”: con visori hi-tech (oculus) nei giorni del convegno si potrà sperimentare una vera immersione subacquea che rende accessibile a chiunque quello che è privilegio di pochi audaci esploratori subacquei; un’app, infine, consentirà ai visitatori di tutte le età di seguire sul proprio smartphone un breve docuvideo dove, con l’ausilio di animazioni digitali che rinnovano approccio e narrazione, si racconta la storia dei tre reperti in mostra: il micidiale rostro della Battaglia delle Egadi, potente arma da guerra che consentì alle flotte dei Romani di battere i Cartaginesi e rivoluzionare la storia del Mediterraneo nei secoli a seguire, un magnifico elmo del tipo Montefortino e un ceppo d’ancora in piombo.

D’accordo con Civita Sicilia, gestore dei servizi
aggiuntivi del Parco Naxos Taormina, sarà possibile usufruire di visite guidate alle tre mostre con il
supporto di giovani archeologi ogni sabato pomeriggio, dal 19 ottobre (ore 17)
e tutte le domeniche (ore 10.30).

Eventuali visite infrasettimanali per le scuole vanno
prenotate al numero 335 730 4378.    

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