“Bersaglio Melanoma” pazienti e specialisti alleati per diagnosi precoci - QdS

“Bersaglio Melanoma” pazienti e specialisti alleati per diagnosi precoci

redazione

“Bersaglio Melanoma” pazienti e specialisti alleati per diagnosi precoci

mercoledì 05 Agosto 2020

Al via il progetto che mira a migliorare la prognosi e stabilire le linee guida per terapie omogenee in tutto il Paese

in collaborazione con ITALPRESS

ROMA – “Il nostro scopo è quello di favorire la diagnosi precoce del melanoma, capire quali sono le eventuali cause di possibili ritardi ed elaborare raccomandazioni per limitarle o eliminarle. Conoscere le difficoltà del percorso diagnostico e rimuovere le possibili cause che ritardano la diagnosi è essenziale per migliorare la prognosi nelle persone con melanoma. Linee di indirizzo, quindi, elaborate da specialisti insieme ai rappresentanti dei pazienti, che rendano il percorso del paziente all’interno del sistema sanitario efficace ed efficiente e che magari promuovano un programma di screening su tutto il territorio nazionale.

Serve, da un lato uno sforzo aggiuntivo per la prevenzione e dall’altro un Percorso Diagnostico Terapeutico e Assistenziale, un Pdta in grado di garantire uniformità nell’assistenza al paziente in tutte le regioni italiane”. Questa la dichiarazione di intenti delle quattro Associazioni di pazienti – Aimame (Associazione italiana Malati di melanoma), Apaim (Associazione pazienti italia melanoma), Emme Rouge (Comitato Emme Rouge in ricordo di Mara Nahum Onlus) e Mio (Melanoma italia onlus) – promotrici di “Bersaglio Melanoma”, progetto che si rivolge a dermatologi e pazienti, ma anche alle istituzioni.

Secondo i dati pubblicati su “Numeri del Cancro in Italia 2019”, curato dalla Fondazione Aiom (Associazione italiana Oncologia medica), si stima che in Italia nel 2019 siano stati registrati circa 12.300 nuovi casi di melanoma della cute, 6.700 tra gli uomini e 5.699 tra le donne (circa il 4% di tutti i tumori in entrambi i sessi). Il melanoma, come confermano ancora i dati, rappresenta il 9% dei tumori giovanili negli uomini (seconda neoplasia più frequente, dopo il testicolo) e il 7% nelle donne (terza neoplasia più frequente, dopo mammella e tiroide).

Il Progetto “Bersaglio Melanoma”, realizzato con il patrocinio di Adoi (Associazione dermatologi-venereologi ospedalieri italiani), Aiom (Associazione italiana di Oncologia medica), Imi (Intergruppo melanoma italiano) e SIDeMaST (Società italiana di dermatologia Medica, Chirurgica, Estetica e delle Malattie sessualmente trasmesse), si configura come uno strumento utile ad individuare le problematiche che determinano il ritardo diagnostico del tumore della pelle e che ostacolano la corretta presa in carico del paziente la quale non sempre è assicurata allo stesso modo su tutto il territorio nazionale.

Per questo motivo le associazioni e il Board scientifico di “Bersaglio Melanoma” – composto da dermatologi, oncologi ed esperti nella diagnosi istopatologica e molecolare del melanoma – hanno sviluppato due questionari, uno rivolto ai pazienti e uno ai dermatologi, strutturati su quattro tematiche principali: il fattore tempo, legato tanto alle visite quanto agli esami strumentali e di laboratorio; il momento della diagnosi; il follow-up e il valore della comunicazione della diagnosi stessa ai pazienti. I risultati delle due survey, test anonimi e compilabili online fino al 6 settembre 2020, saranno oggetto di una pubblicazione che raccoglierà i dati sulle eventuali barriere alla diagnosi precoce – se queste sono dovute alla natura del tumore, alla conoscenza o al comportamento del paziente e/o al sistema sanitario – e come esse si distribuiscono sul territorio nazionale, al fine di progettare interventi comuni da adottare nei diversi livelli di organizzazione assistenziale. La diagnosi clinica di melanoma si conferma tra le principali problematiche e appare generalmente difficoltosa e condizionata direttamente dall’esperienza del clinico, con sensibilità variabile che oscilla tra il 50 e l’85% (Fonte “Numeri del Cancro in Italia 2019”). La prevenzione e la diagnosi precoce, dunque, costituiscono step fondamentali per far fronte alla patologia.

Il melanoma in fase avanzata richiede trattamenti multidisciplinari integrati ed è una malattia difficilmente guaribile, l’approccio migliore per prevenirlo è la prevenzione primaria e secondaria – afferma Paola Queirolo, direttore della struttura complessa di Oncologia medica dei melanomi, sarcomi e tumori rari dell’Istituto europeo di Oncologia di Milano -. La conoscenza delle criticità del percorso diagnostico-terapeutico e l’opportunità di intervenire sulle possibili cause dei ritardi diagnostici sono essenziali per il miglioramento della prevenzione secondaria della malattia”. Al Progetto “Bersaglio Melanoma”, realizzato grazie al contributo non condizionato di Pierre Fabre e Eau Thermale Avène, hanno aderito autorevoli esperti che fanno parte del Board Scientifico: Giuseppe Argenziano, ordinario e direttore della clinica Dermatologica dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, Napoli, Mario Mandalà, Responsabile Centro per la Cura e la Ricerca del Melanoma (CeRMel), unità di Oncologia Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo, Daniela Massi, ordinario di Anatomia patologica, Università degli Studi di Firenze, direttore SODc Istologia patologica e diagnostica Molecolare, Aou Careggi, Firenze, e Giuseppe Micali, ordinario di Malattie cutanee e veneree, A.O.U. “Policlinico – Vittorio Emanuele” P.O. G. Rodolico – Dermatologia, Catania.

A questi si aggiungono Giuseppe Palmieri, direttore della sede di Sassari dell’Istituto di Ricerca genetica e biomedica (Irgb) e responsabile dell’unità di Genetica dei tumori del Cnr di Sassari, Giovanni Pellacani, direttore struttura complessa di Dermatologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Ketty Peris, ordinario di Clinica Dermosifilopatica e Direttore della unità operativa complessa di Dermatologia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Paola Queirolo, direttore della struttura complessa di Oncologia medica dei melanomi, sarcomi e tumori rari dell’Istituto europeo di Oncologia, Milano, e Ignazio Stanganelli, associato Clinica dermatologica dell’Università degli Studi Parma, direttore del centro di Dermatologia oncologica – Skin Cancer Unit dell’Irccs Istituto Scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori.

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