"Il folle di Dio", commento ai funerali di Biagio Conte - QdS

Il Folle di Dio

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Il Folle di Dio

Giovanni Pizzo  |
martedì 17 Gennaio 2023

"Biagio Conte, lui è Palermo come nessuno": la Cattedrale dei Re Normanni è stracolma per l'addio a un "arcangelo terreno".

Palermo, Cattedrale dei Re Normanni stracolma per il santo laico Biagio Conte. Uno matto per la Fede in tempi sconsacrati e relativistici. Dio è follia, se fosse sano di mente abbandonerebbe a una nuova inondazione una umanità sconsolante, tra guerre, ingiustizie, pedofilie, sfruttamenti di tutti i tipi di un fratello sull’altro, o sugli altri quando sono organizzati da una globalizzazione che lascia indietro persone, comunità, popoli.

E nel suo DNA irrazionale l’Altissimo ci ha donato uno dei suoi arcangeli terreni, Fratello Biagio, un Folle assoluto, un salmone che è andato contro la corrente del benessere a qualunque prezzo, del consumo nostro e dello sfruttamento altrui, e che ha svolto la Grande Missione, quella plurisecolare, pescare anime, e corpi, in pena. Lui ha abbandonato una vita benestante e si è letteralmente consegnato ai diseredati.

Questo miracolo, la nascita di Biagio Conte, è accaduto a Palermo, città di bellezze e morte, fisica e civile. Una città che uccide i suoi figli, Falcone e Borsellino su tutti, ma che fa nascere uomini che non si ritengono Santi, ma che lo sono profondamente. Non sappiamo se Biagio puzzasse di Santità, non siamo postulatori di cause beatificanti, sicuramente profumava di Umanità. L’immensa umanità degli ultimi della terra. Immigrati feriti e disperati, senza tetto e senza memoria altrui, prostitute e madri in disgrazia, vecchi e giovani esclusi dal Circo Barnum di una vita di lavoro, guadagno, spendo.

Fratello Biagio viveva spesso tra la sporcizia, come i barboni sotto i portici, per disturbare la sordità di un mondo malato di egoismo. Era lo specchio della nostra coscienza, quella sì sporca, che si volta con ignavia dall’altro lato, per non sentire l’odore dell’umana sofferenza.

Questo mutante umano oggi ha raggiunto la casa del Padre, assieme a Michele, Raffaele e Gabriele, i suoi fratelli più rinomati e pieni di superpoteri. Non sappiamo se Biagio sarà Santo, ma certamente possedeva più di tutti, sulle orme di San Francesco, le tre virtù teologali. Fede, Speranza e Carità.

Lui come nessuno è Palermo. Ed oggi Palermo è lui. Una città decaduta nonostante fasti e passarelle, shooting fotografici da spreco assoluto e passati imperiali. Una città più gestita dall’INPS che dal Comune. Ha fatto più Biagio per questa povera e sdrucita città che Stato, Regione e Comune messi insieme. Di fatto la Missione di Biagio Conte era l’enorme social card a cui pelosamente, in maniera sostitutiva, inadempienti si rivolgevano le istituzioni. L’umanità che ha raccattato con amore è immensa ed il vuoto sarà infinito.

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