Bimbi con patologie respiratorie, Falsaperla: "Anche in Sicilia registreremo aumento casi" - QdS

Bimbi con patologie respiratorie, Falsaperla: “Anche in Sicilia registreremo aumento casi”

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Bimbi con patologie respiratorie, Falsaperla: “Anche in Sicilia registreremo aumento casi”

Giuseppe Bonaccorsi  |
sabato 03 Dicembre 2022

La Sicilia al momento non registra un allarme, ma il primario pediatra Falsaperla invita a non sottovalutare "È una questione di tempo. L'epidemia di più virus purtroppo arriverà anche da noi".

A Roma e nel Lazio è allerta negli ospedali per oltre 400 bambini ricoverati per patologie respiratorie, frutto anche di virus concomitanti e Covid, influenza stagionale e sincinziale che colpisce in età pediatrica. Ancora in Sicilia e in particolare a Catania, l’allarme non c’è, ma i medici invitano a non abbassare la guardia. “È chiaro – spiega il primario della Pediatria del Policlinico- San Marco di Catania, Raffaele Falsaperla – che anche noi nelle prossime settimane registreremo un aumento di casi respiratori nei bambini. È evidente”.

Cosa sta accadendo?

“C’era da aspettarselo che dopo due anni di distanziamento e mascherine, alla riapertura di tutto, avremmo avuto una certa recrudescenza anche nei bambini della circolazione dei virus. E difatti abbiamo notato nei più piccoli un aggravamento dei sintomi di alcuni virus che prima della La pandemia provocavano soltanto delle riniti e che adesso, invece, in alcuni casi portano a sintomi più seri in soggetti in età pediatrica.Il problema è che dopo due anni di lockdown i bimbi stanno subendo la mutazione della circolazione dei virus.Inoltre siamo in piena recrudescenza da Covid e sta arrivando anche l’influenza”.

C’è da preoccuparsi?

“Nella maggioranza dei casi no. Ma nei bambini fragili potrebbe esserci un aggravamento dei sintomi. E per questo non mi spiego come mai ancora oggi non sia stata presa la decisione di vaccinare a tappeto contro il Covid anche i piccoli. Per eliminare una possibile sovrapposizione dei ceppi. Ricordo ancora il caso, molti mesi fa, di una bimba molto fragile che arrivò da noi col Covid già in condizioni disperate e venne intubata in Ecmo purtroppo senza esito positivo. Col vaccino l’avremmo salvata? Chissà…” .

Al momento non c’è allarme: le parole di Cacopardo e Iacobello

Preoccupazione, ma nessun allarme, anche nelle parole di altri due esperti infettivologi. Per il prof. Bruno Cacopardo, direttore del dipartimento Malattie infettive del Garibaldi, quanto sta accadendo in alcune regioni d’Italia, il Trentino, il Lazio… dove si sta registrando un aumento di piccoli da ricoverare “E una questione da sorvegliare seriamente”. “Bisogna cercare – aggiunge l’esperto – di evitare l’effetto sovrapposizione dei virus in organismi immunologicamente piuttosto vergini. Altro discorso è anche la poca immunità per l’influenza… Finora non siamo stati pronti a prendere in considerazione l’ ipotesi di vaccinazione anche dei più piccoli che resta da verificare, ma dovremo capire cosa accadrà nelle prossime settimane”.

A rimanere vigili, ma a non lasciarsi prendere dal panico è il consiglio che arriva anche dal direttore del dipartimento Malattie infettive del Cannizzaro, Carmelo Iacobello, che si sofferma anche sulla influenzastagionale in arrivo. “Si tratta di un virus che dopo due anni in cui ha circolato molto marginalmente grazie alle mascherine sempre indossate, adesso è tornato di prepotenza a imperversare e dovrebbe portare sintomi molti seri in diverse categorie, anche adulte, soprattutto nei fragili. E non dimentichiamo che ogni anno l’influenza stagionale è arrivata a mietere addirittura sino a 6mila vittime. Quindi bisogna vaccinarsi e presto”. “Quanto alla recrudescenza nei bambini – ha aggiunto Iacobello – è chiaro che dopo due anni di stasi, dovuti solo alla lotta al Covid, questo virus che non è mai sparito sta tornando in concomitanza con gli altri virus stagionali. E questa non è una cosa buona”.

Recentemente in una nostra intervista Cacopardo, davanti all’aumento dei casi Covid anche ospedalieri e alla alta infettività sia di Omicron 5 che di Cerberus, ha invitato le autorità sanitarie regionali a non smantellare in questo periodo la macchina messa all’opera contro il Covid, per continuare a rispondere con tempestività al diffondersi della malattia soprattutto in quegli organismi fragili che non possono essere affidati soltanto alla medicina territoriale, ma necessitano ancora dell’assistenza ospedaliera. Allo stato sembra che medici Cococo, infermieri e Oss potrebbero essere ridotti a causa della meno patogenicità dei ceppi attualmente circolanti, che prevalentemente ormai colpiscono le vie respiratorie e non più quelle polmonari.

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