Il caso Birra Ichnusa "contaminata", l'azienda smentisce: "Falso, nessun allarme e pericolo" - QdS

Il caso Birra Ichnusa “contaminata”, l’azienda smentisce: “Falso, nessun allarme e pericolo”

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Il caso Birra Ichnusa “contaminata”, l’azienda smentisce: “Falso, nessun allarme e pericolo”

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venerdì 15 Luglio 2022

Dallo stabilimento sardo della Heineken, dove viene prodotta e imbottigliata l’Ichnusa, uscirebbero lattine e bottiglie contenenti livelli di fluoruri oltre la soglia. L'azienda risponde: “L’acqua utilizzata è sana e sicura”

Dallo stabilimento sardo della Heineken, dove viene prodotta e imbottigliata l’Ichnusa, uscirebbero lattine e bottiglie contenenti livelli di fluoruri oltre la soglia. L’azienda però ha immediatamente precisato che l’acqua utilizzata è sicura e non c’è nessun allarme.

Nei giorni scorsi il Fatto Quotidiano prima e altri quotidiani poi, hanno riportato le dichiarazioni di Massimiliano Mazzotta, il regista del documentario Chemical Bros che ha riaperto un caso di disastro ambientale, partendo dalle miniere di fluoro di Silius e passando per il lago di Assemini, il cui inquinamento è stato accertato dalla magistratura nel 2019.

La scoperta nelle analisi di lattine e bottiglia

“Abbiamo preso alcune lattine e bottiglie di birra Ichnusa – ha dichiarato il regista al Fatto – di una stessa partita da un supermercato e le abbiamo fatte analizzare da diversi laboratori. Volevamo capire la percentuale di fluoruri presenti, il cui limite di legge è di 1,5 mg/l. Nel primo laboratorio la concentrazione nella birra è stata di 4,8 mg/l; nel secondo, 3,5; nel terzo 27,7. A nessuno dei tre avevamo rivelato la marca di birra. Poi, per ulteriore verifica, abbiamo mandato una lattina al laboratorio dell’Università di Cagliari (che ha rilevato una quantità di di 0,45 mg/l, molto sotto soglia) e una gemella al Samer di Bari, l’unico in Italia certificato per le analisi sui floururi. Risultato? 16,1 mg/l, più di dieci volte il limite fissato per l’acqua potabile”.

L’azienda risponde: “L’acqua utilizzata è sana e sicura”

La birra prodotta nel birrificio di Assemini (CA) e l’acqua utilizzata come suo ingrediente sono sane e sicure. “Le analisi che conduciamo regolarmente nel Birrificio e quelle realizzate da soggetti terzi non rilevano quantitativi di contaminanti pericolosi per la salute”, dichiara Matteo Borocci, direttore del birrificio Ichnusa di Assemini (CA) nel commentare le analisi sui livelli di fluoruro in alcuni campioni di birra Ichnusa pubblicate dai media.

Il birrificio effettua regolarmente le sue analisi presso laboratori certificati, che dimostrano che le birre prodotte ad Assemini sono sicure e in regola, sia per gli altissimi standard qualitativi e di sicurezza di Ichnusa, sia per i limiti di legge fissati dalla normativa di riferimento. Nel corso degli ultimi 5 anni, il birrificio Ichnusa ha effettuato regolarmente oltre 50 analisi delle acque utilizzate per la produzione della birra, esaminando tutti i parametri, inclusi i fluoruri. Le tracce (termine già di per sé eloquente) di fluoruri rilevate sono sempre state minime: in media 8 volte inferiori ai limiti di sicurezza per le acque identificati dalla normativa di riferimento (D.Lgs. Governo 2 febbraio 2001, n. 31) e 5 volte inferiori ai valori medi di fluoro nelle acque italiane stimati dall’Istituto Superiore di Sanità.

“L’acqua è un ingrediente fondamentale per la birra, per questo la facciamo analizzare con massima attenzione e sempre da laboratori certificati – spiega Borocci. La attingiamo da 5 pozzi ubicati nel nostro sito produttivo, direttamente collegati ad una falda artesiana di profondità. Elemento, questo, che ci dà ulteriori garanzie di sicurezza su contaminazioni o inquinamento rispetto a una falda superficiale. Inoltre, il nostro birrificio è dotato di un impianto ad osmosi inversa che purifica ulteriormente l’acqua, rendendola perfetta per produrre la nostra birra.”

Le informazioni diffuse sulla birra Ichnusa sono invece false e basate su dati non scientificamente attendibili. Per supportare una tesi, sono state realizzate analisi su pochi campioni di birra, con risultati discrepanti tra loro e con un metodo di scarsa affidabilità. Infatti, le prove sono state eseguite sul prodotto finito utilizzando però una metodologia certificata e attendibile solo se applicata all’analisi dell’acqua. Rispetto all’acqua, la birra contiene anche altri componenti che interferiscono con le rilevazioni di fluoruro e portano a sovrastimarne le quantità. Secondo Neotron, tra i più importati laboratori per analisi chimiche, fisiche e microbiologiche al mondo, “Analizzare campioni di birra utilizzando questi metodi sviluppati per analisi di acque, potrebbe portare a risultati non affidabili.”

Per questo, non esistono analisi certificate per la ricerca di fluoruri nella birra e la legge prevede limiti di sicurezza sull’acqua. E infatti i controlli sui fluoruri commissionati dal birrificio di Assemini si fanno sempre sull’acqua e non sul prodotto finito.

I dati in possesso di Ichnusa non indicano quindi ragioni di allarme. Il birrificio continuerà a monitorare con attenzione ogni situazione che possa mettere a rischio la salute dei consumatori e la sicurezza delle sue persone. “Il tema della sicurezza alimentare per noi è da sempre di estrema importanza, commenta Matteo Borocci. Siamo in prima linea per proteggere e tutelare la natura della Sardegna e rendere la nostra produzione sempre più sostenibile. Per questo ci batteremo per la corretta informazione dell’opinione pubblica su temi importanti e al centro della nostra agenda come la sostenibilità della produzione, la tutela della salute delle persone, il rispetto dei territori.”

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