L'associazione mafiosa dimostrava la propria pervasione del territorio aretuseo attraverso l'uso intimidatorio delle armi.
Nella odierna mattinata, la Polizia di Stato ha eseguito un blitz antimafia a Siracusa. L’attività trae origine dalla attenzione investigativa posta sul soggetto al vertice dell’organizzazione, il quale assumeva le redini del c.d. gruppo della Borgata, clan satellite dell’organizzazione mafiosa denominata Bottaro-Attanasio.
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Il predetto a sua volta avrebbe ricevuto l’investitura da parte di un noto esponente della predetta organizzazione di stampo mafioso Bottaro – Attanasio, attualmente detenuto. Già all’indomani della sua recente scarcerazione, sceglieva i propri sodali assegnandogli specifici compiti e pretendendo da tutti il riconoscimento del suo ruolo di capo della associazione.
Il blitz antimafia a Siracusa
La condotta propria delle associazioni mafiose
Le evidenze investigative raccolte in merito al blitz antimafia a Siracusa hanno messo in luce la commissione da parte del gruppo investigato delle condotte proprie del reato di associazione di stampo mafioso. Tra queste l’assistenza familiare ai detenuti, il pagamento degli stipendi ai sodali, la mutua assistenza con altre organizzazioni criminali, l’attivismo dei sodali in carcere e persino la cooptazione di alcuni appartenenti a clan di schieramenti opposti nel gruppo della Borgata.
Inoltre, il sodalizio oggetto del blitz antimafia a Siracusa, avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne derivava, dimostrava la propria pervasione sul territorio aretuseo, attraverso lo svolgimento di attività illecite tese a rafforzare l’esistenza stessa del gruppo e la sua operatività: dal traffico di droga alla gestione di bische clandestine.
L’uso delle armi per intimidire
La presente indagine, già a distanza di pochi mesi, ha messo in luce un’evidente escalation criminale posta in essere dal gruppo mafioso della Borgata, anche con l’uso indiscriminato delle armi. La pronta disponibilità di armi e di relativi immobili dove occultarle, permetteva al gruppo criminale di accrescere la propria forza intimidatrice e riaffermare, ove necessario, la propria egemonia sul territorio.
In un pomeriggio del mese scorso, l’escalation criminale del sodalizio si manifestava in una spedizione punitiva ai danni di un uomo siracusano, prendendo di mira la sua abitazione, sita nel centro cittadino e colpita da numerosi colpi di arma da fuoco. La vittima avrebbe avuto un alterco con uno dei sodali a causa di un pregresso debito. I colpi d’arma da fuoco venivano esplosi all’indirizzo della finestra della abitazione della vittima, ove vi era la luce accesa, circostanza che conclamava la gravità del gesto criminale, che avrebbe potuto comportare conseguenze ben più gravi.
Le indagini della Polizia e le perquisizioni
Gli investigatori della Polizia di Stato, ricostruivano tempestivamente la dinamica dell’atto intimidatorio, individuavano il modus operandi e le varie fasi dell’azione criminale ed identificavano quattro soggetti coinvolti, tutti appartenenti al sodalizio oggetto dell’indagine.
Inoltre, nell’ambito del blitz antimafia a Siracusa, certosine perquisizioni consentivano il rinvenimento all’interno di un garage di due pistole, munizioni e un cospicuo quantitativo di droga. Nel corso dell’operazione la polizia ha arrestato uno dei sodali.
Durate la notte venivano eseguite mirate perquisizioni che permettevano di trarre in arresto altri due soggetti vicini all’organizzazione, per detenzione illegale di droga e armi. In particolare venivano rivenute sei pistole, circa 6 kg di hashish, munizionamento vario, materiale da confezionamento, giubbotti antiproiettile e altro.