Bombe d’acqua: a Trapani al via misure per correre ai ripari - QdS

Bombe d’acqua: a Trapani al via misure per correre ai ripari

Bombe d’acqua: a Trapani al via misure per correre ai ripari

mercoledì 18 Settembre 2024

In via preventiva, il Comune di Trapani ha preso precauzioni: dalle rimozioni degli accumuli sopra le caditoie, fino ad attività di bonifica e di spurgo. L’esortazione ai cittadini è di non abbandonare rifiuti

TRAPANI – La paura di possibili bombe d’acqua nei primi giorni autunnali torna a farsi prepotente a Trapani città, che già nel 2022 ha subito grandissimi danni causati proprio dalle precipitazioni abbondanti.

Se da una parte c’è poco da fare con la forza della natura, dall’altra sicuramente qualche responsabilità “umana” è emersa, legata soprattutto alla rete di deflusso delle acque piovane otturata.

Il Comune di Trapani al lavoro per prevenire i danni da bombe d’acqua

Ecco perché, in via preventiva, il Comune si sta muovendo anche quest’anno. Già dalle scorse settimane sono in corso le operazioni mirate a preservare il territorio da possibili danni causati da bombe d’acqua o ingenti precipitazioni.

Nel dettaglio, il lavoro si sta articolando in due fasi: in prima battuta, la società Formula Ambiente rimuove quanto accumulato sopra le caditoie (rifiuti, foglie e altre detriti) e successivamente la Trapani Spurghi, municipalizzata del Comune, interviene in maniera ancor più invasiva per liberare gli scarichi da ostruzioni di vario genere.

“Si tratta dunque – ha affermato il sindaco Giacomo Tranchida – di operazioni di routine, che riguardano soprattutto le aree critiche e depresse del territorio cittadino, ed in particolar modo la zona ex Lago Cepeo, via Fardella e strade limitrofe, via Marsala e limitrofe, via Virgilio e limitrofe. Particolare attenzione è stata rivolta anche alla via Orti”.

L’invito alla cittadinanza a segnalare criticità

Il Comune di Trapani, anche con l’obiettivo di procedere al meglio nell’attività di bonifica e spurgo, ribadisce alla cittadinanza l’invito a segnalare criticità tramite la mail urp@comune.trapani.it ed esorta a non abbandonare rifiuti che, una volta giunti nelle caditoie, costituiscono spesso ostacolo insormontabile per il corretto deflusso delle acque. Quando nel 2022 vi furono quelle precipitazioni eccezionali ci fu un duro scontro tra Comune e Regione che si rimpallarono a vicenda le eventuali responsabilità.

Il Governo regionale sostenne di aver prestato assistenza immediata eseguendo controlli nelle zone alluvionate, oltre ad avere emanato in anticipo l’allerta gialla per condizioni meteo avverse con rovesci o temporali per tutto il territorio regionale e quindi anche per il trapanese.

Con immediatezza, dopo il sopralluogo nelle aree, il presidente della Regione Renato Schifani dichiarò lo stato di crisi ed emergenza e dispose l’assegnazione di un primo contributo straordinario di 500 mila euro al Comune di Trapani per il ripristino della stazione di pompaggio di via Tunisi, fondamentale per evitare ulteriori allagamenti nel centro storico della città.

Al contrario Tranchida, proprio in quelle settimane successive alle bombe d’acqua, chiedeva al presidente Schifani di “accelerare sui ristori a cittadini e imprenditori”, oltre a “riconoscere al territorio lo stato di calamità naturale”.

In quei giorni la Protezione civile mobilitò funzionari e volontari, con un consistente impiego di uomini e mezzi provenienti anche da altre province, che svolsero tutte le attività di emungimento dell’acqua, pulizia del fango, assistenza alla popolazione e sgombero delle masserizie danneggiate. Il governo siciliano, attraverso proprio il capo della protezione civile Salvo Cocina, parlò di assenza di attività di prevenzione che il Comune avrebbe dovuto attivare “non da ora ma da anni”. In particolare la verifica e la manutenzione dei tombini, delle reti fognarie, del sistema di smaltimento delle acque e delle pompe di sollevamento.

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