Le recenti morti di Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli hanno riacceso le discussioni sui trattamenti farmacologi a cui erano sottoposti gli atleti negli anni 80-90
Il prossimo 27 giugno ricorrerà il decennale dalla morte di Stefano Borgonovo, l’indimenticato bomber ex Milan e Fiorentina stroncato dalla Sla.
Le scomparse recenti di Mihajlovic e Vialli hanno riacceso i riflettori sul calcio degli anni 80-90 e sui trattamenti farmacologici a cui erano sottoposti gli atleti professionisti.
Lo sfogo di Chantal Borgonovo
“Sono convinta che se Stefano non avesse fatto il calciatore non si sarebbe ammalato oppure sarebbe accaduto in età avanzata – lo sfogo della moglie dello sfortunato ex calciatore – Invece è morto giovane perché ha giocato a calcio. Le morti di Vialli e Mihajlovic? Tutto riporta alla mente quei drammatici ricordi. Mi metto dalla parte delle mogli anche se non le conosco”.
“Il nostro percorso è simile – afferma in una intervista al Giorno -, i nostri mariti facevano lo stesso lavoro. E questo mi induce a fare delle riflessioni, anche sulla mia storia.La Sla in particolare ha colpito negli anni troppi calciatori, in età giovanile o da adulti. Lo dicono le statistiche e le ricerche, pure le più recenti. Se Stefano avesse fatto un altro tipo di vita non si sarebbe ammalato, purtroppo il perché e il per come non lo sa nessuno”.