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Busta paga, aumenti più bassi rispetto a quelli annunciati: quali sono i veri importi e le ultime sull’Irpef

Busta paga, aumenti più bassi rispetto a quelli annunciati: quali sono i veri importi e le ultime sull’Irpef

Tanti i tagli previsti nella manovra del governo Meloni: ecco quali sono i veri importi sugli aumenti annunciati

La Manovra 2026 prevede tanti tagli, soprattutto al secondo scaglione dell’Irpef (tra i 28mila e 50mila euro, generando 440 euro di risparmio annuo) per chi guadagna fino a 200.000 euro. Ma serve chiarezza sul fatto che ai lavoratori entreranno meno soldi rispetto a quelli annunciati. Chi guadagna 30mila euro non prenderà 40 euro al mese (2% sulla parte di reddito che rientra nel secondo scaglione).

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Come calcolare, quindi, l’imponibile su cui viene applicato il risparmio Irpef? Bisogna sottrarre i contributi versati per la sola parte a carico del lavoratore, pari al 9,19% sulla retribuzione al lordo. Quindi, la base imponibile è più bassa rispetto alla retribuzione annua lorda.

In quale parte di stipendio si paga l’Irpef

Ma in quale parte di stipendio si paga l’Irpef? Per capirlo, è fondamentale non confondere la retribuzione al lordo e la retribuzione imponibile, due concetti spesso confusi in busta paga. Ma qual è la differenza?

  • L’Irpef non viene applicata allo stipendio intero al lordo indicato nel contratto, ma solo nel residuo dopo aver sottratto i contributi previdenziali dovuti all’INPS. Le aliquote nel 2025 sono rimaste invariate al 9,19% per i privati e 8,80% per quelli del pubblico impiego.

Quindi, se un lavoratore privato ha una retribuzione annua lorda (RAL) sui 30mila euro, dovrà versare 2.757 euro di contributi previdenziali. Il suo imponibile (la parte in cui si calcola l’Irpef) scende a 27.243 euro euro e qui vengono applicate le aliquote Irpef. Quindi, l’imposta lorda sarà al pari del 23% sui 27.243 euro, quindi 6.266 euro.

Taglio Irpef, ecco quando si guadagna realmente

La riduzione dell’aliquota dell’Irpef sul secondo scaglione (dal 35% al 33%) è una delle novità della Manovra del governo Meloni. La modifica riguarda tutti i redditi compresi tra i 28mila e 200mila euro, la fascia di lavoratori e pensionati “medio-alta”, ai quali è previsto un risparmio di due punti percentuali.

Ma come abbiamo visto prima, l’Irpef si calcola sul reddito imponibile. Quindi, anche per loro su un lavoratore con una retribuzione di 40.000 euro paga l’Irpef sul reddito imponibile di 36.300 euro (vista la trattenuta sui contributi). Di ciò, solo 8mila euro rientrano nel secondo scaglione e beneficiano concretamente del taglio di aliquota. Il risparmio? E’ di 160 euro annui, una decina di euro al mese.

Solo nella fascia medio-alta tra i 40mila e 55mila euro che il taglio del 2% si traduce in vantaggio. Infatti, essi potranno usufruire di un risparmio di 440 euro, grazie al taglio dell’aliquota. Chi guadagna 60.000 o 70.000 euro continuerà quindi a risparmiare la stessa cifra, mentre per i redditi più elevati – sopra i 200.000 euro – il beneficio viene neutralizzato dalla riduzione delle detrazioni per reddito da lavoro dipendente.