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Calcio a Catania, perché tanta attesa? Ecco il ruolo di Comune e Figc

Calcio a Catania, perché tanta attesa? Ecco il ruolo di Comune e Figc
Palazzo degli Elefanti

Catania ha bisogno di un rilancio deciso dopo anni difficili. L’avvocato Carbone a QdS.it: “Ruolo del Comune fondamentale. Occorrono verbi coniugati al presente”

Il mese di maggio volge al termine e ci si prepara a quello di giugno: sono giorni particolarmente delicati e cruciali per chi aspetta di conoscere novità sul futuro calcistico legato alla città di Catania. Attivati i meccanismi per provare a garantire un nuovo inizio rossazzurro dalle più alte categorie del dilettantismo, si attendono adesso i passaggi concreti e determinanti della pubblicazione da parte del Comune etneo dell’avviso pubblico per la ricezione di manifestazioni di interesse per la costituzione di una nuova società sportiva e delle determinazioni della Federcalcio.

Un città sprofondata nell’ansia

Comprensibile l’ansia in cui il popolo catanese appassionato di calcio è sprofondata. In particolare la condizione di instabilità politica in cui versa la città vista l’attuale sospensione di Salvo Pogliese dalla carica di sindaco non fa che accrescere la preoccupazione, anche se il primo cittadino facente funzioni, Roberto Bonaccorsi, e l’assessore allo sport, Sergio Parisi, hanno sin da subito affrontato l’argomento. La critica relativa alle prime previsioni sulle tempistiche di pubblicazione dell’avviso e anche sull’avvio dei lavori di adeguamento e ristrutturazione dello stadio hanno condito queste settimane.

Calcio a Catania: la necessità di approntare un rilancio

C’è tanto da lavorare e le condizioni per farlo non sono ottimali per diversi motivi, ma la città di Catania merita comunque di ripartire di slancio e di concedersi l’opportunità di ricostruire da fondamenta più solide, consacrando investimenti non solo sportivi ma anche di deciso impatto territoriale offrendo nuovi servizi e nuove prospettive di crescita dopo gli anni bui del dissesto e della pandemia.

L’avvocato Carbone: “Sulle tempistiche occorre fare chiarezza”

Calcio a Catania, perché tanta attesa? Ecco il ruolo di Comune e Figc
L’avvocato Fabrizio Carbone

La redazione di QdS.it sull’argomento ha contattato l’avvocato Fabrizio Carbone, Vice Coordinatore Regionale Sicilia Associazione Italiana Avvocati dello Sport. “Con riferimento alle tempistiche occorre fare un po’ di chiarezza – spiega -, specie in questi giorni in cui abbiamo sentito tutto e il suo contrario. Ogni stagione calcistica si conclude il 30 giugno. È da quel momento che ufficialmente comincia la stagione successiva, con tutti gli adempimenti necessari alla predisposizione dei campionati. Ovviamente, sin dal mese di maggio, con le Giunte Federali e il Consiglio Federale si stabiliscono, di volta in volta, i parametri per la concessione delle licenze, i requisiti patrimoniali e tutto quanto serva per ottenere l’iscrizione al campionato di competenza”.

Il quadro del “caso Catania”

“In una situazione come quella di Catania il punto di riferimento è l’articolo 52 – continua Carbone -, comma 10 delle Norme Organizzative Interne Federali. In estrema sintesi, tale norma stabilisce che il Comune può presentare alla FIGC una società che venga ammessa a rappresentare la Città nel panorama calcistico nazionale attraverso l’iscrizione, anche in sovrannumero, a un campionato della LND. Vagliati i requisiti soggetti, oggettivi e patrimoniali della società proposta dal Comune e versata da questa la somma a fondo perduto stabilita dalla Federazione, si perfezionerà la partecipazione al campionato. Nel caso etneo potrebbe essere Serie D con una somma a fondo perduto probabilmente superiore ai 300.000€ previsti nel minimo”.

Calcio a Catania: il ruolo della politica

“Il ruolo dell’Ente Locale è fondamentale perché spetta ad esso – prosegue -, nell’ambito della discrezionalità amministrativa, proporre un soggetto ai vertici federali. Nell’individuazione di tale soggetto il Comune può agire, appunto, discrezionalmente. Cioè può indire un bando, predisporre un invito ad offrire o altre forme competitive stabilendo i requisiti minimi che deve possedere tale soggetto. Il Comune può chiedere un business plan chiaro e realistico, evidenze bancarie, requisiti di onorabilità dei soci, progetti di sviluppo di settore giovanile, preferenza per società che consentano forme di azionariato popolare disciplinate secondo legge.

“In pratica l’organo amministrativo – aggiunge Carbone – può delineare con precisione le regole di ingaggio in modo chiaro al fine di evitare rapidi tracolli finanziari. Peraltro, requisiti richiesti anche dalla FIGC a cui spetta l’ultima parola. Pertanto, è fondamentale che nonostante non ci troviamo adesso in una situazione di ritardo, nulla vieta al Comune ma anzi suggerisce di emanare un provvedimento volto a recepire le eventuali manifestazioni di interesse in maniera assai rapida. Questo consentirebbe di capire chi è veramente interessato, quali sono le basi economiche, chi dovrebbe comporre il management e molto altro. Magari stabilendo un termine non brevissimo per la presentazione delle offerte ma comunque entro il mese di giugno”.

“In questa fase nessun obbligo di comunicazione dalla FIGC”

“La FIGC in questa fase – conclude l’avvocato Fabrizio Carbone – non ha nessun obbligo di comunicare alcunché al Comune, restando certamente utile il dialogo e la condivisione, ma il pallino è in mano a chi lavora a Palazzo degli Elefanti. Il tutto magari accompagnato da una forte campagna istituzionale di valorizzazione del brand Catania e dei vantaggi che potrebbero derivare per chi decidesse di investire sulla squadra di calcio della Città di Catania. Serve concretezza, meno parole al vento e verbi coniugati non al futuro ma al presente”.

Gianluca Virgillito