Situazione sempre più difficile per il club rossazzurro. Il mancato pagamento degli stipendi si aggiunge alle molteplici grane che Sigi si porta dietro da molto tempo. Quale futuro?
Nubi oscure si addensano sul cielo del Calcio Catania, la cui vita è ancora una volta appesa ad un filo.
Sono ore cariche di tensione quelle che stanno vivendo la compagine rossazzurra ed i suoi tifosi, iniziate lunedì sera con il comunicato ufficiale della società, che annunciava il mancato rispetto della prima “scadenza federale” per il pagamento degli stipendi. Un’inadempienza dovuta ad un pignoramento determinato dai gravi ed esosi debiti accumulati negli scorsi anni.
Inadempienza che, come prevede il regolamento federale, causerà una penalizzazione in classifica ai nastri di partenza del prossimo campionato…. Eppure questo sembra essere ad oggi il male minore, visto che il mancato pagamento degli emolumenti ha fatto sorgere, in maniera quasi inappellabile, pesanti dubbi sul futuro, sulla possibilità che il Catania possa andare avanti.
Nelle prossime settimane, infatti, le scadenze da onorare si moltiplicheranno e saranno sempre di più gli ostacoli lungo il percorso dell’elefante rossazzurro, anche in un’ottica di normale gestione stagionale.
Altre insidie si nascondono dietro l’imminente appuntamento in tribunale, previsto per il 10 agosto, circa la richiesta di sequestro conservativo nei confronti del Calcio Catania S.p.A. avanzata dalla curatela fallimentare della Calcio Catania Servizi, società che gestiva Torre del Grifo ai tempi del tandem Pulvirenti – Lo Monaco. Anche il contenzioso con Givova, a dispetto delle rassicurazioni societarie, potrebbe essere una vera e propria mina pronta ad esplodere.
Infine, visto il recente pignoramento, non è da escludere che la medesima strada potrebbe essere compiuta da altri tra i numerosi creditori. Senza dimenticare, poi, le conseguenze di questo difficile momento nelle dinamiche societarie e di squadra. In tanti tra dirigenti, calciatori e componenti dello staff tecnico potrebbero presto dire addio, visto il clima di incertezza e il baratro imminente.
Nella giornata di ieri, secondo quanto emerso, si sarebbero sfiorate una serie di dimissioni eccellenti, che non è detto siano state del tutto scongiurate. Anche all’interno di Sigi il clima non è dei migliori, l’unità di intenti tra i soci – anche tra coloro che fino ad oggi avevano marciato insieme – sembra un lontano ricordo.
Insomma, oggi più che mai il destino sembra segnato. Potrebbe esserci ancora margine per invertire la rotta? Di sicuro l’arrivo di nuovi fondi o di un importante investitore sarebbero fondamentali, ma tale ipotesi sembra sempre più difficile. A meno di importanti novità, dunque, all’orizzonte si profila il fallimento e l’affidamento del titolo sportivo nelle mani del sindaco. Si tratta, evidentemente, di un evento ultimo e drammaticamente definitivo che, tuttavia, è stato il preludio di un percorso di rinascita per tante realtà del nostro calcio.
In questo caso, però, c’è una considerazione importante da fare, quella relativa alle tempistiche per l’eventuale iscrizione al campionato di Serie D di un “nuovo” Catania. Il tempo stringe e il rischio concreto è quello di un anno senza calcio, come accaduto nella passata stagione in quel di Trapani.
Vedremo quali saranno gli sviluppi delle prossime ore e se sarà possibile evitare il più grave degli scenari, che sarebbe una mazzata da K.O. per i tifosi rossazzurri e che metterebbe fine a 74 anni di storia.
Vittorio Sangiorgi