L'Avellino vince 2-1 a Catania: vantaggio rossazzurro con Lunetta, poi una doppietta di Patierno regala i tre punti ai biancoverdi.
A Catania vince l’Avellino. La squadra di Biancolino, grazie alla doppietta di Patierno, si prende i tre punti dimostrando solidità e pragmatismo da capolista al cospetto di un Catania che ha tenuto bene il campo e che era passato in vantaggio con Lunetta. Apprezzabile la prova degli etnei per un’ora di gioco, anche se è mancata una reazione dopo il 2-1 biancoverde. Un risultato che conclude la serie positiva dei rossazzurri, mentre l’Avellino giunge a otto successi di fila.
Catania-Avellino, le pagelle
Dini 6 – Nulla può sulla splendida e imparabile traiettoria disegnata da Patierno sul primo gol. Nella seconda rete del centravanti biancoverde, forse si poteva fare di meglio: conclusione angolata ma abbastanza lenta.
Ierardi 6 – Nei duelli non si fa saltare, si propone da braccetto con costanza e forza fisica. Solido.
Di Gennaro 6 – Lescano e Patierno sono due avversari assai insidiosi, lui soffre un po’ quando preso d’infilata in velocità. Tutto sommato, non demerita.
Celli 6 – Propositivo palla al piede, libera campo ad Anastasio in proiezione offensiva. Attento dietro, risolve una situazione potenzialmente pericolosa in ripartenza con Lescano in agguato.
Raimo 6 – Intensità sempre massima, paga qualche imprecisione negli appoggi ma sferra una gran conclusione mancina dalla distanza esaltando i riflessi da Iannarilli. Nella ripresa qualche errore nei controlli di palla. Dal 79′ Quaini 5.5 – Entra e si guadagna subito un giallo per una gomitata ad un avversario. Poi qualche errore in fase di impostazione.
De Rose 6 – Entra nell’azione del gol, è lui a crossare per Lunetta. Sempre presente a garantire un appoggio sicuro ai compagni e a distribuire palloni in maniera precisa. Non molla mai. Dal 79′ Frisenna 5.5 – Entra nel momento clou della gara, ma non interpreta al meglio, stavolta, il ruolo di laterale destro.
Di Tacchio 6 – La sua fisicità in mezzo al campo è fondamentale, è autore di un paio di cambi di gioco ben fatti e di tanti recuperi del pallone. Diffidato e ammonito, salterà Cava.
Anastasio 6 – Nel primo tempo si sgancia spesso sulla corsia di sinistra, i suoi cross spesso non sono premiati perché l’unico elemento davvero forte nel gioco aereo del primo tempo è Lunetta. Nella ripresa si vede meno, Cancellotti va via a lui e a Di Tacchio prima di servire l’assist a Patierno. Dal 70′ Stoppa 5.5 – Non si accende a dovere. Lo fa nel finale, quando si guadagna un calcio di punizione e lo batte bene mancando di poco lo specchio.
Jimenez 6 – Si illumina ad intermittenza, controllato sempre a vista da un paio di avversari. Qualche serpentina delle sue, non riesce ad incidere sulla trequarti come sarebbe nelle sue possibilità: mancano le sue intuizioni sulla trequarti. Dal 79′ Dalmonte 5.5 – Al rientro, non ha modo di impattare concretamente sul match. Esperienza in rossazzurro segnata da tanti stop fisici che ne hanno limitato finora l’espressione sul campo.
Lunetta 7 – Gioca un primo tempo su ritmi altissimi, confermando di essere l’uomo del momento. Caparbio nell’azione del gol quando, dopo l’opposizione di Iannarilli, è lesto nel ribadire in rete. Ritmi indiavolati nella prima frazione, va spesso al cross o alla conclusione in porta. Meno attivo nella ripresa, chiude da quarto di centrocampo.
De Paoli 6 – Prova di sacrificio e movimento. Il ruolo di prima punta, per caratteristiche, non gli calza a pennello: tanta corsa, ma poca presenza in area. Fa il suo massimo. Dal 61′ Inglese 6 – Non è al 100% e fa quel che può, neppure assistito a dovere da una squadra che, dopo il 2-1 dell’Avellino, non riesce a creare situazioni pericolose. Positivo riaverlo a disposizione.
Toscano 6 – Le scelte iniziali di formazione sembrano quelle più logiche, ricalcate sullo stato di forma dei suoi uomini. Il Catania per un’ora gioca una gara di grande intensità, alla pari con un Avellino che era obbligato a vincere. Non riesce ad impattare sulla partita con i cambi: mette dentro Inglese, Stoppa e Dalmonte ma gli etnei stentano a rendersi pericolosi nell’ultima mezz’ora. La prestazione c’è stata, manca forse ancora qualcosa per toccare il livello più alto.