Scontro aperto tra Carlo Calenda e Totò Cuffaro dopo le dichiarazioni sulla Regione Siciliana del senatore e leader di Azione dette alla festa di Forza Italia Giovani “Azzurra Libertà” tenutasi a San Benedetto del Tronto. Il segretario della Democrazia Cristiana, con una nota, aveva replicato alle parole di Calenda ed elogiato il gesto di Schifani. Pronta la replica ieri pomeriggio dell’ex Ministro.
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L’attacco di Calenda alla Regione e la nota di Cuffaro
L’accaduto risale a sabato quando Schifani alla festa di Forza Italia Giovani ha incontrato Calenda e gli ha detto: “Ciao Carlo, gli ho detto – racconta il presidente della Regione siciliana – E lui: ‘ciao, tu sai cosa penso della Sicilia, è da cancellare, da cancellare’. Ho ribattuto che la Sicilia è la Regione che è crescita di più in Italia in termini di Pil, ma lui ha continuato col suo atteggiamento. ‘La Sicilia è da buttare, questi qui che non aboliscono il voto segreto devono andarsene al confino’”. Poco prima dell’intervento di Calenda, Renato Schifani ha deciso di abbandonare la kermesse, rinunciando al suo intervento e rientrare in anticipo a Palermo.
Ieri, è intervenuto anche Totò Cuffaro in difesa del presidente della Regione: “So che potrebbe risentirsi, ma con educazione suggerirei a Calenda di emendare il suo saccente eloquio sulla Sicilia e sui siciliani ricorrendo ad una meditata lettura dell’immaginario dialogo tra Garibaldi e Ippolito Nievo consegnatoci del genio letterario e umano di Leonardo Sciascia ne ‘Il quarantotto’, uno dei quattro racconti contenuti nell’opera ‘Gli zii di Sicilia’”, ha detto Cuffaro.
Calenda: “Cuffaro? Nonostante la condanna per favoreggiamento non ha il pudore di tacere e ritirarsi”
Calenda nel pomeriggio ha risposto alla nota di Totò Cuffaro diramata ieri mattina. Il leader di Azione definisce l’ex Presidente della Regione come “l’esempio di questa classe di parassiti che distrugge la Sicilia e affama i siciliani. L’unica cosa che Cuffaro ha fatto verso il popolo siciliano è sfruttarlo e nonostante la condanna per favoreggiamento non ha ancora il pudore di tacere e ritirarsi a vita privata. Del resto, come diceva Giovanni Falcone: ‘Dove comanda la mafia, i posti nelle istituzioni vengono tendenzialmente affidati a dei cretini’”.
La replica di Cuffaro: “Tipico atteggiamento da populista”
“Esimio Calenda, ‘Iniuriam qui facit, quam qui accipit turpior est‘ – Seneca (‘È più vergognoso chi fa l’offesa che chi la subisce’). Insultare non ti farà apparire né saggio né capace. Chi offende si disonora; chi subisce mantiene la dignità… e noi siciliani ne abbiamo da vendere. Parlare tanto e produrre poco, costruendo palazzi di lamentele contro chi lavora davvero sembra essere il tuo abito preferito: per me, il tipico comportamento da populista”. Lo dichiara Totò Cuffaro, segretario nazionale della DC, replicando alle ultime dichiarazioni di Carlo Calenda.
Razza: “Concordo con Calenda, non si può tacere sul voto segreto”
“Non mi iscrivo al partito degli indignati e non ho particolari motivi per rispondere a input di Palazzo, ma non si può tacere che sul voto segreto Calenda dice una cosa sensata: è una norma da superare. Constato che nessuno ha risposto su questo punto, forse perché non c’era bisogno lo dicesse lui, avendolo già ampiamente detto cinque anni fa Nello Musumeci, dopo l’indegno voto sulla legge che aveva provato ad intervenire sul sistema dei rifiuti, aderendo alle decisioni della magistratura contabile. Nulla da fare: norma bocciata con il concorso dell’opposizione e di parte della maggioranza. I motivi molto noti, i protagonisti pure. Almeno loro non sono mai stati segreti”. Così il deputato europeo di FdI, Ruggero Razza.
“Quello che Calenda non ha detto è che oggi c’è un percorso, concordato tra il presidente della Regione Schifani e il presidente dell’Assemblea Regionale Gaetano Galvagno, per superare questa vergogna. Speriamo solo che al momento della sua possibile abolizione… nessuno chieda il voto segreto. E, nel caso, che nessuno nel segreto del voto, scelga di votare ‘rosso’ dai banchi del governo. Un fatto è certo: per FdI la trasparenza nel voto è una battaglia che va avanti da anni”.

