Nel corso dell’Ecoforum sui rifiuti è stato fatto il punto sui risultati ottenuti dai centri della provincia nissena. Il trend è positivo, ma bisogna puntare con grande forza sull’impianti
CALTANISSETTA – Si attesta al 57% la raccolta differenziata in città, secondo i dati registrati nel 2020. Il capoluogo nisseno fa registrare il maggiore balzo in avanti nel servizio di raccolta in provincia, passando dal 42% del 2019, mentre Gela segna il passo con un leggero calo rispetto all’anno precedente passando dal 49% al 48,67%.
Complessivamente, sono 13 i comuni su 22 (erano solo 4 nel 2019) sopra il 65% di raccolta differenziata, tutti centri sotto i 15 mila abitanti. Un trend in crescita che si conferma anche rispetto ai dati del primo semestre 2021, premiando le novità del sistema che, in tutti i comuni nisseni, è passato al porta a porta.
I dati sono stati diffusi nel corso dell’EcoForum provinciale sui rifiuti e l’economia circolare organizzato nell’ambito della terza edizione di Sicilia munnizza free, il progetto di Legambiente per liberare la Sicilia dai rifiuti e per avviarla verso l’economia circolare.
“A livello percentuale – ha detto Ivo Cigna, presidente di Legambiente Caltanissetta – c’è stato un miglioramento, ma ancora molto si può fare. L’incremento della raccolta differenziata, se da una parte si è tradotto nell’aumento dei contributi riconosciuti ai comuni nisseni da parte del Conai, dall’altra parte ha visto gli stessi costretti a sobbarcarsi gli alti costi per il trattamento dell’organico a causa della mancanza di impianti dedicati nella provincia”.
Una criticità, quest’ultima, denunciata nel corso dell’incontro dalle Srr e dai sindaci, dovuta ai ritardi della Regione per la definizione dell’avvio delle procedure autorizzative, come nel caso dell’impianto pubblico per il trattamento dell’organico previsto a San Cataldo con un finanziamento di 24 milioni di euro, ma che dal 2017 a oggi ha visto lo svolgimento di un solo tavolo tecnico.
La provincia nissena potrà vantare nelle prossime settimane il primato per aver realizzato il primo impianto in Sicilia di biodigestione anaerobica per il trattamento della Forsu. Ubicato in contrada Grottarossa, è stato realizzato da Snam che ha modificato il progetto originario con interventi di contenimento dell’impatto ambientale e delle emissioni odorigene. Una struttura dalla portata di 36.000 t/a di Forsu che produrrà ammendante per i terreni agricoli e biometano da immettere nella rete.
L’EcoForum è stata anche l’occasione per parlare di economia circolare grazie alla partecipazione di alcune realtà industriali e startup che hanno investito in questo campo. Tra le testimonianze, quella della cooperativa sociale Etnos, che in collaborazione con la startup Atelier Riforma di Torino, ha dato vita a una sartoria sociale grazie al coinvolgimento di donne vittime di violenza, riuscendo a recuperare jeans usati e a dar vita a nuovi capi. Altro esempio è quello dell’azienda gelese Ecoplast, unica in Sicilia a realizzare prodotti per l’igiene ambientale e domestico con il 75% di materiale da riciclo e interamente riciclabili ma che, al momento, per la sua linea di produzione deve far pervenire gran parte della materia prima dalla Sardegna e lavora al 30% della sua capacità produttiva.