Caltanissetta, due arresti per estorsione e autoriciclaggio - QdS

Estorsione aggravata e autoriciclaggio, due arresti a Caltanissetta

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Estorsione aggravata e autoriciclaggio, due arresti a Caltanissetta

Redazione  |
mercoledì 22 Novembre 2023

Disposta la misura del carcere per i due soggetti indagati, insieme al sequestro preventivo della società CLIS.

I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Caltanissetta nella giornata del 20 novembre hanno arrestato Giovambattista Vincitore per i reati di estorsione aggravata e autoriciclaggio aggravato in concorso con Giuseppe Dell’Asta, al quale l’ordinanza applicativa della misura cautelare è stata notificata in carcere.

La provenienza illecita dei profitti

L’ordinanza applicativa della misura cautelare nei confronti dei due indagati è stata emessa dal Gip nel corso delle indagini preliminari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Caltanissetta, nel medesimo procedimento nell’ambito del quale Giuseppe Dell’Asta era arrestato in flagranza del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Le ulteriori indagini svolte dai Carabinieri coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia hanno consentito di accertare un modus procedendi che sarebbe stato elaborato dagli indagati per mascherare la provenienza illecita dei profitti dell’attività estorsiva.

Le fatture false

In particolare secondo i gravi indizi ritenuti dal giudice l’imprenditore, al quale il Dell’Asta avrebbe avanzato la richiesta estorsiva, avrebbe effettuato pagamenti tramite bonifico su conto corrente intestato a Vincitore, il quale, nella qualità di socio di maggioranza e amministratore unico di una società a responsabilità limitata con sede a Serradifalco ed avente a oggetto la gestione di call center (CLIS srl) avrebbe preventivamente emesso in favore della vittima fatture false per prestazioni mai eseguite relative a forniture di materiale pubblicitario e materiale edile.

Le somme di denaro versate sul conto corrente intestato a Vincitore sarebbero state poi prelevate in contanti nel giro di pochissimi giorni tramite bancomat o sportello; si è potuto calcolare che la vittima avrebbe versato in appena 15 mesi una somma di denaro pari a circa 75mila euro.

Tale meccanismo avrebbe consentito di fornire una apparente giustificazione dei pagamenti effettuati in ottemperanza alle richieste estorsive e per tale ragione è stato contestato agli indagati anche il reato di autoriciclaggio. Con la medesima ordinanza con la quale è stata applicata la misura personale della custodia in carcere a carico dei due indagati è stato anche disposto il sequestro preventivo della società CLIS, di fatto non operativa e costituente una “scatola vuota” utilizzata per l’emissione di fatture false.

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