Cateno De Luca a Termini Imerese: "Non governerei né con Chinnici né con Musumeci" - QdS

Cateno De Luca a Termini Imerese: “Non governerei né con Chinnici né con Musumeci”

Cateno De Luca a Termini Imerese: “Non governerei né con Chinnici né con Musumeci”

Mario Catalano  |
giovedì 28 Luglio 2022

Prosegue il "Cammino" di Cateno De Luca per la Sicilia: "Nel giro di pochi giorni sarà ufficializzato il progetto De Luca sindaco d'Italia, che ovviamente ha una serie di alleati su base territoriale"

E fu sera e fu mattino: ottavo giorno. Il “Cammino” di Cateno De Luca, iniziato alle 7,30 da Cefalù si è chiuso al Belvedere di Termini Imerese con il concerto confronto. Pantaloncini blu, sandali e maglietta con i loghi di partito. È un De Luca stanco ma soddisfatto. Ad accoglierlo tanti termitani.

“Sta procedendo bene – commenta -. Ogni giorno che passa aumenta la partecipazione dei cittadini. Aumenta la stanchezza, anche perché non sono partito con una preparazione apposita. Non ho avuto il tempo, comunque sono abituato a fare avventure abbastanza spregiudicate. Siamo a 48 ore dalla meta e quello che mi ha colpito è che c’è una chiamata alle nostra segreteria da parte di gente di qualche Comune, e non solo di addetti ai lavori, che ha insistito per organizzare il pranzo, la cena o, addirittura, ha deciso di ospitarci. Questo è stato molto bello”.

L’ex sindaco di Messina è soddisfatto dal punto di vista politico. L’arruolamento di siciliane e siciliani che decidono di scendere in campo nelle sue liste procede bene.

“Sono persone che non si fanno condizionare dal sistema. Abbiamo avuto discussioni in qualche Comune dove l’assessore che ha deciso di candidarsi con noi è stato minacciato dal sindaco per aver preso questa decisione. Voglio capire se si è verificato qualche fenomeno strano”.

Nei giorni scorsi il leader di “Rinascimento”, Vittorio Sgarbi, ha annunciato ufficialmente con una nota che “con Cateno De Luca, l’esponente di “Sicilia Vera” candidato alla presidenza della Regione Siciliana, non ci sarà alcun accordo elettorale nonostante le interlocuzioni dei mesi scorsi e la condivisione di alcune iniziative politiche”.

“Lui ha bisogno ovviamente di garantirsi il suo posto”, commenta l’aspirante Sindaco dei siciliani, secondo cui a 70 anni è anche umano prendere questa decisione. “Io, invece, gioco altri tipi di partite, quindi non sono per garantirmi i posti e faccio le mie partite”.

Ma se alle elezioni Regionali dovesse conquistare la “medaglia d’argento”, preferirebbe governare con Caterina Chinnici o Nello Musumeci?

“Con nessuno dei due, non entrerei mai in nessun governo con questi personaggi. Anche perché l’operato di Musumeci l’abbiamo già visto e il primo amore della Chinnici si chiama Raffaele Lombardo. Di conseguenza, non governerei con nessuno”.

Dove ha fallito, secondo lei, Musumeci?

“C’è l’imbarazzo della scelta. Abbiamo già perso 400 milioni di euro dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Ha fallito nella grande e delicata questione regionale dello smaltimento dei rifiuti”.

Cateno De Luca è sicuro: può avere un ruolo determinante non solo in Sicilia ma anche a livello nazionale. “Possiamo portare molti parlamentari alla Camera ma, soprattutto, al Senato. Un numero che possa garantire stabilità”. L’ex Sindaco di Messina ha dichiarato che questi sono stati giorni di duro lavoro.

“Abbiamo chiuso intese in altre Regioni e credo che nel giro di pochi giorni sarà ufficializzato il progetto De Luca sindaco d’Italia, che ovviamente ha una serie di alleati su base territoriale”.

Ma quale sarebbe il suo primo atto come Sindaco di Sicilia?

“Avviare la ricognizione della macchina organizzativa, una riorganizzazione e ovviamente mettere secondo le competenze ognuno al posto giusto, che è la prima cosa che ho fatto al Comune di Messina quando mi sono insediato”.

E a livello nazionale?

“Farei una cosa molto semplice”. Togliere il Reddito di cittadinanza? “Ma no! Andrei in Europa a farmi autorizzare un piano straordinario decennale per il Sud sulla delocalizzazione delle imprese piuttosto che continuare a delocalizzare le imprese del Nord nei Paesi dell’est Europa”.

Mario Catalano

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