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Dalla Sicilia all’estero, via alla campagna di esportazione di uva e agrumi: scattano controlli

Dalla Sicilia all’estero, via alla campagna di esportazione di uva e agrumi: scattano controlli
Settore agrumicolo – agrumi – agricoltura e vendita di prodotti agricoli – Imagoeconomica

Rigide verifiche per le aziende siciliane che esporteranno i Canada, Uruguay, Cina e Brasile.

Si comincia ad organizzare la campagna di commercializzazione ed esportazione di uva e agrumi dalla Sicilia verso il Canada, l’Uruguay, la Cina e il Brasile. Le domande andranno inviate entro il prossimo 31 marzo: le aziende interessate dovranno presentare la richiesta di adesione al programma utilizzando lo schema messo a disposizione dal Servizio fitosanitario regionale (Sfr).

In particolare, gli avvisi riguardano l’esportazione di uva in Canada e Uruguay, mentre alla Cina e in Brasile andranno gli agrumi.

Via alla campagna per l’esportazione di uva e agrumi dalla Sicilia

In collaborazione con le aziende interessate, gli uffici regionali vogliono pianificare le diverse azioni, specifiche in base al prodotto e al paese in cui esportarlo. Le aziende che sono interessate all’esportazione di agrumi in Brasile per la prossima campagna commerciale 2024-25, devono inviare la lettera di adesione scritta sulla falsariga dello schema messo a disposizione dall’ufficio regionale.

Le aziende esportatrici si impegnano, con il proprio personale tecnico, sotto la sorveglianza dell’Sfr, ad avviare entro il prossimo 15 aprile, negli appezzamenti la cui produzione è destinata all’esportazione, i necessari controlli mirati a verificare l’assenza degli organismi nocivi indicati nell’estratto della normativa fitosanitaria del Brasile pubblicata sul sito web del servizio.

Le norme fitosanitarie

La normativa fitosanitaria del Brasile per l’import di agrumi dall’Italia è in fase di significativa revisione, a causa dell’insorgenza di nuove emergenze fitosanitarie. Pertanto è possibile che venga modificata nel corso della stagione di produzione e commercializzazione. Diversi i protocolli per le aziende che vogliono esportare uva da tavola in Canada. Le ditte interessate dovranno adottare il sistema di controllo approvato dalle autorità fitosanitarie del Canada che prevede la registrazione delle aziende al Servizio fitosanitario regionale, in modo da operare all’interno di un valido sistema di tracciabilità. Inoltre, il sistema prevede che gli interventi di difesa vengano effettuati secondo quanto previsto dal disciplinare regionale di produzione integrata. Le verifiche saranno eseguite sotto la responsabilità del tecnico fitosanitario incaricato, che dovrà formare anche il personale addetto alla raccolta e la lavorazione.

I commerci con Cina e Uruguay

Per le aziende che si occupano di esportare agrumi nella Repubblica popolare cinese, il protocollo fitosanitario con la Cina prevede che gli esportatori che aderiscono al programma, e le relative aziende di produzione, siano registrati all’Sfr e i dati identificativi trasmessi alle autorità cinesi, attraverso il Servizio fitosanitario centrale del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Inoltre, è necessario che le aziende operino all’interno di un valido sistema di tracciabilità, per cui i dati identificativi dovranno essere comunicati utilizzando gli appositi schemi pubblicati sulla pagina web del servizio Fitosanitario. Anche in questo caso, le aziende esportatrici dovranno condurre i necessari controlli fitosanitari per verificare l’assenza degli organismi nocivi compresi nella lista degli organismi da quarantena della Cina. Inoltre, le autorità cinesi ritengono necessari trattamenti preventivi con prodotti a base di rame effettuati nel periodo autunnale.

In ultimo, gli operatori interessati a partecipare al programma di esportazione di uva da tavola in Uruguay: le aziende esportatrici con il proprio personale tecnico dovranno condurre i necessari controlli fitosanitari nelle unità di produzione il cui prodotto è destinato all’esportazione. I controlli saranno finalizzati a verificare l’assenza dell’organismo nocivo Lobesia botrana (tignoletta della vite).

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Immagine di repertorio