Scontro sul futuro della casa del giudice Rosario Livatino - QdS

Scontro sul futuro della casa del giudice Rosario Livatino

Pietro Vultaggio

Scontro sul futuro della casa del giudice Rosario Livatino

mercoledì 02 Febbraio 2022

La Regione ha manifestato l’intenzione di acquisire l’immobile per inserirlo nella rete delle Case Museo dell’Isola, suscitando però le perplessità dell’associazione che oggi gestisce il sito

CANICATTÌ (AG) – Cosa è una casa se non il luogo dove sono nate le speranze, le paure e le idee di una persona? L’abitazione canicattinese del Giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia, si trova al centro di una contesa morale: la Regione Siciliana da un lato, che farà suo l’immobile per inserirlo nella rete delle Case Museo dell’Isola acquisendone anche la proprietà e, dall’altro, l’attuale proprietaria Giuseppina Rosita (designata tale dal padre del giudice) che insieme all’associazione Casa Giudice Livatino si oppongono sostenendo che “Casa Livatino non è in vendita e non si può calpestare la volontà del padre del giudice assassinato”.

“Come gestori e custodi – si legge in una nota dell’associazione – siamo onorati che la Regione Sicilia abbia posato lo sguardo su questo immobile, ma ci aspettiamo che contribuisca alla nostra opera per far ancor più conoscere la figura del magistrato martire e per diffondere la sua eredità morale radicata su principi di fede e giustizia”.

L’intento della Giunta Regionale è quello di valorizzare la casa dove il magistrato, assassinato dalla mafia nel 1990 e proclamato Beato il 9 maggio dello scorso anno, ha trascorso la propria vita: qui, infatti, è possibile rinvenire e apprezzare importanti testimonianze del vissuto quotidiano di questo integerrimo servitore dello Stato. Con apposita delibera si è dato mandato al Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana di compiere gli atti necessari e al Dipartimento regionale Tecnico di determinare il valore dell’immobile.

L’associazione si è detta comunque disponibile al dialogo con Palazzo d’Orleans ma ha sottolineato una ferma opposizione al trasferimento di proprietà: “La Regione siciliana – ha detto Gabriele Vigneri, socio dell’associazione e figlio dell’attuale proprietario – probabilmente non è a conoscenza che l’immobile in questione è stato espressamente donato dal papà del giudice all’attuale proprietario, che se ne prende amorevole cura da decenni per onorare la famiglia Livatino tramite la sua casa, da sempre aperta alla fruibilità dei terzi gratuitamente per mantenere viva la memoria. L’abitazione non è in vendita. Siamo disponibili a dialogare con la Regione Sicilia che invitiamo a venirci a trovare per conoscere la nostra realtà, ma ci opporremo al trasferimento di proprietà affinché sia rispettata la volontà di chi è stato privato del suo unico figlio e noi, come associazione, intendiamo diffondere la conoscenza del Beato preservando la dimora che lo ha accolto per tutta la sua vita e pertanto intrisa della sua essenza”.

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