“Sono diventate sempre più frequenti le osservazioni critiche del Giudice delle leggi in merito alla qualità della legislazione regionale” e “questa Corte non può esimersi dal rilevare la sovrapposizione di normative eterogenee, l’attuazione frammentaria e a distanza di molto tempo della normativa statale, il succedersi di interventi su testi già ripetutamente modificati e in attesa di giudizio da questa Corte perché impugnati dal Presidente del Consiglio dei ministri, e, non ultima, la peculiarità delle modalità di approvazione della legge di stabilità regionale, il cui testo definitivo si rivela del tutto nuovo non solo rispetto a quello presentato dalla Giunta regionale, ma anche a quello su cui si è svolta la gran parte della discussione parlamentare”. Lo scrive nella lettera d’informazione il Commissario dello Stato per la Regione Siciliana riportando le considerazioni della Corte Costituzionale.
“Questa Corte – prosegue la lettera – non può esimersi dal rilevare come il succedersi di plurime, frammentarie e contraddittorie modifiche legislative di testi normativi – tanto più se già oggetto d’impugnazione da parte del Presidente del Consiglio dei ministri e in attesa dello scrutinio di legittimità costituzionale – renda la legislazione caotica e di difficile intellegibilità per i cittadini e per ogni operatore giuridico, con possibili ricadute sulla ragionevolezza stessa delle disposizioni, se ‘foriere di intollerabile incertezza nella loro applicazione concreta’. Il che è ancor più allarmante in materie – quali quella dell’edilizia e dell’urbanistica – che non solo hanno un chiaro rilievo sul piano economico, ma hanno altresì ricadute su altri interessi costituzionali di primario rilievo, quali l’ambiente e il paesaggio”.
E ancora, “una legge complessa come quella in esame, che prevede molteplici misure eterogenee – quali, ad esempio, spese per il personale, spese per l’esecuzione di lavori e opere pubbliche, spese per servizi advisory tecnico – finanziari, ricostituzione del fondo previdenziale dell’Istituto regionale del vino e dell’olio ed altro -, avrebbe dovuto ‘essere corredata, quantomeno, da un quadro degli interventi integrati finanziabili, dall’indicazione delle risorse effettivamente disponibili a legislazione vigente, da studi di fattibilità di natura tecnica e finanziaria e dall’articolazione delle singole coperture finanziarie, tenendo conto del costo ipotizzato degli interventi finanziabili e delle risorse disponibili'”.
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