Capitale della Cultura 2021, Trapani al lavoro - QdS

Capitale della Cultura 2021, Trapani al lavoro

Pietro Vultaggio

Capitale della Cultura 2021, Trapani al lavoro

sabato 01 Febbraio 2020

Procedono le riunioni programmatiche, la città è tra le quarantaquattro candidate. Il sindaco ha incontrato ristoratori, associazioni socio-culturali, giovanili e club service

TRAPANI – Quarantaquattro le città candidate al titolo di Capitale della Cultura 2021 e Trapani è fra queste.

L’Amministrazione comunale è consapevole delle difficoltà, ma sta agendo con alcune riunioni programmatiche: il 27 gennaio è stata la volta dei ristoratori trapanesi, chiamati in ballo perché i sapori e gli odori rappresentano un’alta espressione culturale; il 28 gennaio è stato il giorno delle associazioni socio culturali, giovanili e club service, vero cuore pulsante della città. Ottimista il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida: “Tanta gente, che in tanti posti fa tanti piccoli passi, può cambiare il mondo. Iniziamo dalla città che vogliamo, ripartiamo da qui e cioè dal programma di governo e dalla promessa del massimo impegno per togliere anche la polvere che copre la bellezza storico – culturale di questa città. Dobbiamo tutti rimboccarci le mani ed insieme aiutare il vento di scirocco anche a spazzar via l’oblio e la rassegnazione. Riteniamo che da questa, e in questa periferia, riparta la speranza di costruire ponti e non di alzare muri, inizia l’Italia e l’Europa. Sogni e visioni? No, storia”.

Trovato anche il logo di Trapani Capitale delle Culture euromediterranee, si tratta della rivisitazione in chiave moderna del rosone della Chiesa di Sant’Agostino, simbolo di una città antica e piena di storia. “Prendendo ispirazione dal rosone di una delle chiese, simbolo della nostra Trapani, si è ideato un logo – spiega Giacomo Tranchida – con un movimento dinamico di archi incrociati che simboleggiano l’interconnessione delle culture mediterranee in una armoniosa trama di visioni e tradizioni. Questo logo rappresenta le tradizioni dei popoli che sono approdati nella nostra terra, lasciando testimonianza e tracce ancora visibili”.

Trapani, con il suo porto, è stata da sempre crocevia di popoli diversi. Importanza data non solo dalle diverse culture, ma anche dallo stesso imperatore Carlo V, il quale nel 1535 arrivò a Trapani dopo aver conquistato Tunisi. La città si era ormai talmente affermata nello scacchiere geopolitico dell’epoca da meritare dallo stesso imperatore l’appellativo di “Chiave del Regno”. Durante la sua permanenza a Trapani, Carlo V giurò di mantenere i privilegi della città, compreso quello con cui il Senato poteva conferire lauree in medicina, fisica, teologia, matematica, belle arti e giurisprudenza. Nel 1589, Trapani da semplice Terra divenne Civitas. Non una scelta fuorviante quella di candidare la città, come molti in questi giorni stanno pensando, ma un’accurata lettura storica che consente l’ingresso, a pieno titolo, nella competizione.

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