Tre agenti della Polizia penitenziaria sono rimasti intossicati dal fumo di una stanza in fiamme mercoledì scorso all'Istituto Penale per i Minorenni di Catania
Tre agenti della Polizia penitenziaria sono rimasti intossicati dal fumo di una stanza in fiamme mercoledì scorso all’Istituto Penale per i Minorenni di Catania. Lo rendono noto Armando Algozzino e Marco Drago, rispettivamente segretario nazionale e componente della segreteria regionale della Uil Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria, che intervengono sui fatti accaduti chiedendo interventi urgenti.
“L’ultimo di una luna serie”
“Un nuovo, drammatico episodio di violenza – commentano -, soltanto l’ultimo di una lunga serie. Per spegnere le fiamme, si è reso necessario l’impiego di ben quattro estintori. La situazione è tornata alla normalità grazie all’intervento rapidissimo del personale, che è riuscito a garantire la sicurezza all’interno della struttura, tutelando l’incolumità dei detenuti presenti al momento del rogo”.
“Secondo il racconto di alcuni poliziotti penitenziari – aggiungono -, dietro il gesto dei minori detenuti vi sarebbero tuttavia soltanto motivi futili. Nella maggior parte dei casi, come spiegano gli stessi agenti, si tratta della classica ‘tattica’ – ovvero creare disordine e trambusto – utilizzata per ottenere il trasferimento in altri istituti minorili.
“Necessario l’intervento dell’amministrazione”
“É necessario che l’amministrazione – dichiarano i due esponenti sindacali – prenda rapidamente provvedimenti affinché il personale dell’Istituto possa lavorare in piena serenità”.
“Occorre inoltre – sottolinea Marco Drago – conferire le giuste benemerenze ai colleghi che sono intervenuti con prontezza, mettendo in salvo i detenuti che hanno causato gli incendi”.
“Ancora una volta – aggiunge Armando Algozzino – la Polizia Penitenziaria ha dato prova di essere un Corpo altamente professionale e molto capace nella gestione delle emergenze: le lodi però non bastano, occorre semmai risolvere efficacemente le criticità che affliggono la stragrande maggioranza degli Istituti, sia in Sicilia che nel resto d’Italia”.
“Disagi e problematiche annosi, come il sovraffollamento e le carenze di organico – conclude il segretario nazionale – che l’emergenza sanitaria ha drammaticamente messo in luce e peggiorato nel corso degli ultimi due anni”.