“L'Ucciardone, antica prigione borbonica, diventi polo museale” - QdS

“L’Ucciardone, antica prigione borbonica, diventi polo museale”

“L’Ucciardone, antica prigione borbonica, diventi polo museale”

giovedì 06 Agosto 2020

La proposta di Francesca Donato, europarlamentare della Lega Nord durante sopralluogo con assessore Samonà. “Struttura inidonea per 470 detenuti e per gli agenti di Polizia penitenziaria”

PALERMO – “È inaccettabile per un Paese civile e moderno che un carcere, luogo adibito alla rieducazione di coloro che stanno scontando pene detentive, sia ancora allocato in una struttura costruita secoli fa, i cui ambienti sono assolutamente invivibili, sia per i detenuti che per gli operatori di Polizia Penitenziaria e di altro tipo”.

È quanto afferma l’europarlamentare Francesca Donato (Lega) che ha visitato il carcere dell’Ucciardone di Palermo. Ad accompagnarla è stato l’assessore ai Beni culturali della Regione siciliana, Alberto Samonà.
“Un’assenza di igiene evidente in tutti gli ambienti ed in particolare negli spazi comuni e nei servizi igienici promiscui destinati ai detenuti. Ciò che più mi ha colpito è stato l’edificio della nona sezione, quella ancora non ristrutturata, dove tutti gli ambienti interni sono gravemente malsani, con celle molto anguste, tali da poter ospitare un solo soggetto e in condizioni davvero degradanti”.

La scelta più saggia – ha sottolineato la Donato – in ragione dell’antico impianto borbonico dell’istituto, sarebbe quella di chiuderlo e cessarne l’utilizzo come casa di reclusione per riconvertirlo a museo. Ritengo che sarebbe la decisione più opportuna sotto tutti i punti di vista: per tutelare i diritti umani dei detenuti; per garantire a chi vi opera condizioni di lavoro rispettose delle norme vigenti in materia, sia a livello nazionale che europeo; per restituire alla città un immobile di notevole significato e valore storico-artistico, creando un nuovo polo museale e culturale al posto dell’attuale carcere”.
“Infine, sono venuta a conoscenza che nessuno dei detenuti o del personale addetto è stato sottoposto a tampone ma solo a test sierologico, e che solo ai detenuti in rientro dai permessi premio è imposta la quarantena di 14 giorni, retribuita. Mentre invece, per tutto il personale impiegato nella struttura, che interagisce coi detenuti quotidianamente, nessuna misura anti-Covid è applicata, tranne la misurazione della temperatura all’ingresso. La contraddittorietà di queste scelte va affrontata e superata al più presto”.

“A fronte di questi aspetti critici mi farò promotrice – ha concluso l’europarlamentare – sollecitando un intervento urgente degli organi competenti”.

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