“Mai era accaduto nella storia del nostro Paese che in un anno, il 2022, ben 84 detenuti si togliessero la vita, mentre nell’anno appena passato sono stati 68. All’inizio di questo nuovo anno sono già 4 i detenuti che si sono tolti la vita, a cui vanno aggiunti i morti per cause dette naturali, semmai è possibile definire ‘naturale’ e non criminale la morte in carcere di un essere umano”. Lo ha detto all’Adnkronos, Sergio D’Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino commentando i dati diffusi dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale sulle morti in carcere.
Carceri? Nulla è cambiato
“‘Cimiteri dei vivi’” chiamava le carceri Filippo Turati all’inizio del secolo scorso. – continua D’Elia – Nulla è cambiato, questo è il carcere, un luogo dove è concentrato tutto quello di inumano, incivile e mortifero che nella storia dell’umanità abbiamo abolito, perché, appunto, inumano, incivile, mortifero: i luoghi di tortura, i bracci della morte, i manicomi, i lazzaretti. Tali sono le celle di isolamento, le sezioni di osservazione, ordine e sicurezza, i reparti di transito e di assistenza detta ‘sanitaria’ del ‘carcere normale’, – conclude – dove sono cumulati e tumulati tossici, minorati fisici, malati terminali e malati mentali che in altri tempi tenevamo in luoghi di cura, non di pena”.

