Mancano medici nei Pronto Soccorso in Sicilia, l'appello

I Pronto Soccorso in Sicilia tra carenze e aggressioni, l’allarme: “Serve personale”

I Pronto Soccorso in Sicilia tra carenze e aggressioni, l’allarme: “Serve personale”

Chiara Borzì  |
sabato 09 Novembre 2024

Il Codacons avvia una campagna di sensibilizzazione, i sindacati lanciano l'allarme sull'effetto della carenza di personale su liste d'attesa e casi di proteste e aggressioni.

Codacons ha lanciato una nuova campagna di sensibilizzazione per l’aumento del numero dei medici nei Pronto Soccorso in Sicilia.

L’iniziativa è partita pochi giorni dopo dall’ordinanza della Corte di Cassazione, datata 23 ottobre, con cui è stato stabilito il riconoscimento di un risarcimento per medici e infermieri a cui sono state chieste troppe ore di reperibilità.

L’ordinanza

L’ordinanza ha riconosciuto sanzioni per la violazione della personalità morale e il diritto al riposo del personale sanitario, garantiti attraverso gli articoli 35 e 2 della Costituzione, andati in deroga negli ultimi anni (in particolare dal periodo Covid-19) a causa di un’interpretazione elastica della norma che, in base a quanto previsto dai contratti collettivi nazionali di categoria, ha finito per aumentare le effettive ore di reperibilità. A spiegare nel dettaglio cosa è stato deciso dal giudice è Salvo Raciti, avvocato di Codacons, che è riuscito a provare per la prima volta il danno specifico da questa condotta.

“Esiste una norma nel contratto collettivo nazionale che stabilisce sei turni di pronta reperibilità per gli infermieri e dieci per i medici. Disposizione, però, che è stata sempre derogata. Per come scritta, con la formula ‘di regola’, ha permesso alle aziende sanitarie di superare questo limite”. “Le Asp si sono sempre difese facendo riferimento proprio all’interpretazione della legge – ha spiegato Raciti -, ma abbiamo trovato un argine e provato quando la violazione si verifica ed è possibile chiedere un risarcimento”.

Se adeguatamente certificato, il risarcimento al personale sanitario è certo. “Seguendo le nostre censure la Cassazione ha stabilito che il ricorso smodato alla richiesta di reperibilità lede la personalità morale del lavoratore e il diritto al riposo. Quando questo si verifica, il risarcimento del danno è a carico dell’azienda in modo automatico. Dal momento in cui è possibile documentare la violazione, l’azienda è condannata”, ha dichiarato l’avvocato che per Codacons ha seguito la causa avviata da alcuni infermieri presso il Tribunale di Siracusa.

Questa ordinanza può diventare determinante in questa fase storica di carenza di personale sanitario. Secondo il rapporto Gimbe la Sicilia, nel 2023, era ultima regione in Italia per numero di infermieri e medici, ma a pochi giorni dalla pronuncia non è stata registrata – in base a quanto riferito dall’avvocato Raciti – nessuna reazione da parte delle aziende sanitarie.

Medici e infermieri nei Pronto Soccorso in Sicilia, personale carente e rischi

La presenza di poco personale all’interno delle strutture siciliane aumenta le attese e, di conseguenza, il rischio di proteste e aggressioni da parte dell’utenza. Quest’ultima è una connessione che ha evidenziato il segretario Cisl Catania Maurizio Attanasio. “Per capire cosa succede basta andare all’ospedale San Marco. In alcune giornate i medici sono di numero adeguato, in altre no. Molto spesso capita che ci siano solo due medici di turno – ha spiegato Attanasio – e se arriva un codice rosso, e tutto il personale deve dare assistenza, sappiamo di tempi di attesa prolungati fino a 11-12 ore. La mancanza di personale è uno dei motivi che ha causato il fenomeno delle aggressioni”.

Anche Cisl si è mossa con tutte le sigle interne legate alla sanità, sia per chiedere un aumento del personale sanitario, sia per ottenere una riorganizzazione del sistema a Catania. Si è mobilitata soprattutto per arrivare al corretto utilizzo dei fondi del PNRR. “A distanza di un anno dalla fase sperimentale, dove erano previsti ospedali di comunità, hub, ci sono solo due strutture nate per intercettare l’utenza prima che arrivi al Pronto soccorso. A Catania si sta ritardando l’attuazione della riforma prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha evidenziato Attanasio -. In provincia erano previste 30 strutture nella provincia di Catania, ad oggi sono come un’araba fenice, esiste ma nessuno l’ha vista. Sono sorti solo il San Luigi e il San Giorgio, si tratta di punti già esistenti di proprietà di Asp che hanno avuto una rivisitazione, ma non possono intercettare le necessità di un territorio come quello di Catania”.

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