Caro bollette, nel ragusano scatta la protesta delle imprese - QdS

Caro bollette, nel ragusano scatta la protesta delle imprese

Stefania Zaccaria

Caro bollette, nel ragusano scatta la protesta delle imprese

mercoledì 14 Settembre 2022

Il Covid prima e i rincari legati a inflazione e guerra dopo, hanno messo in ginocchio diverse realtà imprenditoriali: domani, a partire dalle 20, le insegne degli esercizi pubblici resteranno spente

RAGUSA – Le insegne delle imprese aderenti a Fipe Sicilia, la federazione dei pubblici esercizi, si spegneranno domani, dalle ore 20. È questa la prima protesta pensata dalla confederazione per denunciare l’insostenibile situazione che le aziende stanno vivendo per il caro bollette. La maggior parte delle attività è ormai in ginocchio, molte hanno già abbassato le saracinesche, alcune hanno rimodulato persino gli orari perché non possono più stare aperti molte ore per i costi esorbitanti della corrente.

“Si tratta di una situazione complessiva che ha le caratteristiche dell’emergenza, ancor di più perché all’orizzonte non si vedono spiragli volti a placare quella che si può definire una vera e propria tempesta perfetta – ha affermato il presidente di Fipe Sicilia, Dario Pistorio – che ci porterà verso una direzione all’inaridimento della già problematica economia siciliana, alla perdita del lavoro per i collaboratori e i titolari d’azienda. Ma era questo quello a cui puntavamo dopo il Covid?”

La protesta, che riguarderà tutta la Sicilia, è stata presentata a Palermo qualche giorno fa, alla presenza dei rappresentanti provinciali dell’organizzazione. Anche a Ragusa sono diversi i negozi che hanno già deciso di chiudere l’attività, per non parlare delle attività di somministrazione che, nonostante abbiano aumentato i prezzi, non riescono ad arrivare a fine mese.

“Ogni giorno che passa, man mano che arrivano le varie bollette – ha spiegato Pistorio – il comparto va sempre più in tilt. In pochi, con questi chiari di luna, se la sentono di andare avanti. Le nostre stime? Parlano della chiusura in Sicilia di circa 4000 attività nel settore somministrazione con la perdita del lavoro per poco meno di 12mila persone. Insomma, un disastro”. Purtroppo la situazione riguarda tutti i settori: anche quello dell’abbigliamento è fortemente penalizzato, prima il Covid, adesso gli aumenti spropositati.

“Dopo i risicati segnali positivi dei saldi estivi pure in provincia di Ragusa, grazie anche all’apporto del turismo – ha evidenziato il presidente provinciale della sigla di categoria, Daniele Russino – la preoccupazione del comparto è tutta orientata sul prossimo futuro, così come evidenziato dai dati del nazionale e denunciato da Confcommercio Sicilia con aumenti della spesa annuale delle bollette tra luglio 2021 e luglio 2022 che sono arrivati a toccare il 122 per cento per l’elettricità e il 154 per cento per il gas”.

“I segnali non incoraggianti provengono anche dai nostri fornitori – ha aggiunto l’esponente ibleo – con aumenti dei prezzi per le prossime stagioni di circa il 15 per cento che difficilmente potrà essere sostenuto dal consumatore finale e che vedrà ulteriormente ridotta la capacità di spesa, riducendo notevolmente i consumi”.

Domani, intanto, si procederà con questa “piccola” protesta ma Fipe Sicilia assicura altri interventi se le aziende non verranno giustamente supportate.

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