Caro energia, Urso: "Europa in ritardo su misure. Dopo confronto vareremo nostri interventi" - QdS

Caro energia, Urso: “Europa in ritardo su misure. Dopo confronto vareremo nostri interventi”

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Caro energia, Urso: “Europa in ritardo su misure. Dopo confronto vareremo nostri interventi”

Redazione  |
giovedì 03 Novembre 2022

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy critica l'Europa sui ritardi registrati sull'adozione delle misure per il caro energia.

Secondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, l’Europa “è in ritardo sulle misure contro i rincari dell’energia. Ma dopo il confronto con Bruxelles saremo pronti a intervenire”.

In un’intervista rilasciata a Repubblica, il ministro afferma che l’Italia “può raddoppiare la sua produzione di gas in un anno” anche attraverso le trivellazioni nel mar Adriatico, diventando perfino in futuro “un Paese esportatore”.

“L’aumento del prezzo del gas ha frenato crescita”

“Noi siamo in questa situazione perché l`Europa non è intervenuta quando Draghi, sollecitato da FdI, chiese di farlo. L’aumento del prezzo del gas, figlio anche della speculazione, ha fatto impennare i costi delle attività produttive che hanno frenato la crescita italiana”.

“Ci siamo salvati grazie alla crescita del turismo, ai servizi, a quelle che sono le nostre specificità, le eccellenze dal Made in Italy. Il clima che ha allungato la stagione turistica ha dato una mano. È il motivo per cui il Pil dell`ultimo trimestre non è calato. Ma le previsioni sono preoccupanti”, afferma ancora il ministro.

“Serve tetto al prezzo del gas”

“Da Bruxelles adesso si attendono delle misure certe come “un tetto al prezzo del gas e il disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità. Dopo il confronto in sede europea, vareremo le nostre misure per ridurre il costo dell’energia”, ha aggiunto ancora Urso.

“Dieci anni fa producevamo 13 miliardi di metri cubi dagli attuali giacimenti, oggi solo tre. Perché la differenza, nel frattempo, è stata coperta dallimport dalla Russia. Si può ripartire raddoppiando la produzione dagli attuali pozzi e poi con le trivellazione nellAdriatico centrale al largo della coste, c`è un giacimento comune con la Croazia da cui estrarre 70 miliardi di metri cubi in più anni. Il resto lo può fare la diversificazione delle fonti: io credo che saremo in grado di esportare energia verso i Paesi del Nord”.

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