Home » Spiagge piene ma lidi vuoti anche in Sicilia, proteste e polemiche: “Prezzi troppo alti e perdite”

Spiagge piene ma lidi vuoti anche in Sicilia, proteste e polemiche: “Prezzi troppo alti e perdite”

Spiagge piene ma lidi vuoti anche in Sicilia, proteste e polemiche: “Prezzi troppo alti e perdite”

Per il Codacons i prezzi troppo alti di ombrelloni, lettini e servizi hanno svuotato i lidi, spingendo famiglie e turisti verso le spiagge libere

Spiagge piene, lidi vuoti. Il Codacons denuncia l’ennesimo paradosso balneare in Sicilia. E lo fa con un comunicato, durissimo, denunciando i prezzi troppo alti. Un ritornello, anzi un tormentone (vista la stagione) che ha accompagnato tutta l’estate.

La situazione nel litorale messinese

Alle ore 11, recita il Codacons, sul litorale ionico messinese, gli ispettori dell’associazione hanno documentato la scena più chiara: due stabilimenti balneari completamente vuoti e, a pochi metri di distanza, una spiaggia libera gremita di bagnanti. “Una fotografia che racconta meglio di ogni parola gli effetti del caro-spiaggia lungo gran parte della costa siciliana”, si legge nella nota.

Per il Codacons i prezzi troppo alti di ombrelloni, lettini e servizi hanno svuotato i lidi, spingendo famiglie e turisti verso le spiagge libere. Invece di abbassare le tariffe per attrarre clientela, molti gestori hanno scelto di mantenere listini elevati, con il risultato di stabilimenti deserti e di perdite economiche per gli stessi operatori.

L’appello: “Rivedere le tariffe”

Il Codacons rilancia quindi l’appello: meglio prezzi più bassi e lidi pieni, che spiagge attrezzate deserte e in perdita. Rivedere subito le politiche tariffarie è una scelta di buon senso che conviene a tutti: cittadini, imprenditori e all’immagine turistica della Sicilia.

Spiagge piene soltanto nel weekend e ombrelloni chiusi gli altri giorni della settimana, dicono i balneari. Negli stabilimenti, dicono, si registra un calo medio delle presenze tra il 20 e il 30%, oltre a consumi ridotti al minimo per i servizi di bar, ristorante, noleggio attrezzature. Gli operatori del settore tracciano quindi per i mesi di giugno e luglio un bilancio deludente, mentre i consumatori replicano: tutta colpa dei prezzi troppo alti.

I prezzi troppo alti

Nel coro delle proteste contro il caro ombrellone si inseriscono anche alcuni vip. Oltre ad Alessandro Gassman, che ha postato il suo parere via social, anche Salvo Sottile dà la colpa delle spiagge vuote ai prezzi troppo alti. Ma i gestori respingono le accuse replicando che in realtà a pesare è la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie.

“Il turismo sta cambiando”

Il ministro del Turismo Daniela Santanchè parla di “allarmismo”, ricordando che “il turismo sta cambiando” e sottolineando che “l’estate non è solo mare”. E spiega: “Parlare di crisi del turismo di agosto è allarmistico e fuorviante. I primi due mesi estivi hanno visto l’Italia al top del mercato turistico mediterraneo, sia per tasso di saturazione online travel agencies che per competitività dei prezzi, con un 48% di saturazione per giugno e oltre il 43% a luglio, da un lato, e una tariffa media più bassa rispetto a competitor come Grecia e Spagna, dall’altro”. Il settore, chiarisce, “sta andando bene, con il segno “più” in molte voci ma sempre più turisti scelgono i “mesi di spalla”, come appunto i primi quattro mesi dell’anno.

Potere di acquisto in calo

Assobalneari stima quindi una contrazione “sia in termini di presenze che di consumi” spiegando che il fenomeno, oltre che alla riduzione del potere di acquisto delle famiglie, è legato anche al rallentamento del turismo straniero, soprattutto europeo, “influenzato da uno scenario internazionale instabile e incertezze economiche”.

Il presidente Fabrizio Licordari rivendica di aver chiesto agli associati di “non aumentare le tariffe, ma di prevedere al massimo adeguamenti contenuti, per venire incontro alle difficoltà delle famiglie”. E afferma che spetta al governo continuare a “difendere il settore balneare italiano dagli attacchi dei tecnocrati di Bruxelles, che vorrebbero mettere a gara le concessioni in modo illegittimo”.