Il giudice può cancellare, in alcuni casi, le cartelle esattoriali. Questo a patto che il contribuente sia in buona fede e in netta difficoltà economica. Non c’è solo la prescrizione, dunque, per estinguere – oltre al regolare pagamento – i debiti col fisco.
Questo grazie a uno uno strumento poco conosciuto per liberarsi dei debiti: l’esdebitazione dei debitori incapienti. L’esistenza della procedura dell’esdebitazione, contenuta nel Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza, permette al giudice di cancellare il debito una volta accertato che il debitore non ha le risorse finanziarie sufficienti a pagarlo.
In sostanza l’esdebitazione dei debitori incapienti è una procedura legale introdotta per permettere a una persona fisica in stato di sovraindebitamento e priva di beni, di essere liberata dai debiti.
La procedura prevede la cancellazione dei debiti, ma con una clausola di salvaguardia: il debitore è tenuto a pagare entro quattro anni se sopraggiungono redditi o beni sufficienti a soddisfare i creditori in parte
Cancellare il debito col fisco, In quali casi il giudice può cancellarlo?
Il debito contratto cresce con il passare del tempo, a causa degli interessi moratori e delle sanzioni amministrative, e diventa talmente alto da non poter essere più saldato. Anche se l’Agenzia delle Entrate può continuare a sollecitare il pagamento, in mancanza di redditi il recupero non è possibile.
In questo modo la situazione di insolvenza diventa irreversibile. Quando ci si trova in una situazione di sovraindebitamento una persona fisica non è più materialmente in grado di far fronte ai debiti contratti, neanche impegnandosi per il futuro, e l’unica soluzione possibile è quella costituita dall’articolo 283 del codice della crisi di impresa: l’esdebitazione del debitore incapiente che deve disporre il giudice con apposito decreto.
La procedura (straordinaria) che cancella i debiti
Va detto che l’esdebitazione è una procedura straordinaria che permette la cancellazione dei debiti di chi si trova in una situazione di impossibilità di pagare, ma non basta. Il contribuente, per ottenere una seconda chance, deve essere anche meritevole e deve aver contratto i debiti in buona fede e non in modo fraudolento. Inoltre, come già anticipato, il debitore non deve possedere beni che possano essere utilizzati per pagare, anche in parte, i creditori e deve aiutare a definire la sua situazione fornendo tutte le informazioni e la documentazione necessaria.
L’esdebitazione è una procedura che, come dice la norma che la prevede, può essere concessa una sola volta nella vita e va a cancellare tutti i debiti residui dell’individuo. Nei tre anni successivi alla procedura di esdebitazione, però, il debitore a cui sono stati cancellati definitivamente i debiti deve comunicare annualmente gli eventuali redditi percepiti all’organismo di composizione della Crisi. Se i redditi percepiti eccedono quanto serve a mantenere un tenore di vita dignitoso, il debitore si impegna a destinare l’eccedenza a ripagare, anche solo in parte, i creditori.
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