Case delle tecnologie emergenti, al via il bando - QdS

Case delle tecnologie emergenti, al via il bando

Serena Giovanna Grasso

Case delle tecnologie emergenti, al via il bando

mercoledì 18 Marzo 2020

Pubblicato lo scorso 3 marzo l’avviso del Mise con cui vengono stanziati 25 milioni di euro. C’è tempo fino al primo giugno. Catania, Cagliari, Bari, Torino, Roma, Genova, Milano, Prato e L’Aquila sono i Comuni interessati

PALERMO – Con l’avviso pubblico dello scorso 3 marzo, la direzione generale per il servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali del ministero dello Sviluppo economico ha avviato la procedura per la selezione di progetti di ricerca e sperimentazione che potranno essere presentati dalle Amministrazioni comunali oggetto di sperimentazione 5G. Catania, Cagliari, Bari, Torino, Roma, Genova, Milano, Prato e L’Aquila sono i Comuni interessati, poiché oggetto di tali sperimentazioni.

In particolare, l’avviso si pone l’obiettivo di selezionare progetti per la realizzazione di Case della tecnologia emergenti, centri di trasferimento tecnologico volti a supportare progetti di ricerca e sperimentazione, a sostenere la creazione di start-up, il trasferimento tecnologico verso le Pmi sui temi aventi ad oggetto l’utilizzo del Blockchain, dell’Internet delle cose e dell’intelligenza artificiale.

C’è tempo fino al prossimo primo giugno per presentare la domanda che dà l’accesso ai 25 milioni di euro stanziati in favore del progetto, a valere sulle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014- 2020. La domanda deve essere presentata dal sindaco del Comune in questione o da una persona delegata dallo stesso via Pec, all’indirizzo dgscerp.div02@pec.mise.gov.it. La proposta progettuale dovrà prevedere la realizzazione della Casa delle tecnologie emergenti, l’accelerazione di start-up per l’integrazione tra reti 5G e tecnologie emergenti e il sostegno al trasferimento tecnologico verso le Pmi.

L’obiettivo è offrire uno spazio fisico e le risorse necessarie per sviluppare idee imprenditoriali, sperimentare nuove tecnologie e trasferire le conoscenze acquisite verso quei soggetti che possono trarre particolari benefici dalle trasformazioni digitali. Per essere ammessi alla selezione, i Comuni devono essere in partenariato con almeno un’università o con enti e centri di ricerca (pubblici o privati).

Saranno ammissibili le spese per opere necessarie a rendere operativa, ottimizzare gli spazi, rendere funzionali i layout di impianti ed attrezzature per la realizzazione della “Casa delle Tecnologie Emergenti”, inclusa la progettazione. Naturalmente, sono incluse anche le spese per l’acquisizione di impianti ed attrezzature tecnologiche, di hardware e software, di servizi specialistici e consulenze tecniche, le spese per la progettazione, lo sviluppo e l’implementazione di software specifici necessari per il progetto e le spese di consulenza e assistenza tecnico-specialistica, incluse attività di formazione specifica in partenariato con gli Enti di Ricerca e Università partecipanti al progetto.

Le richieste di informazioni e chiarimenti potranno essere formulate esclusivamente in forma scritta, a mezzo Pec all’indirizzo dgscerp.div02@pec.mise.gov.it fino al prossimo 20 aprile. Il Mise sarà tenuto a fornire chiarimenti ed interpretazioni entro il successivo 9 maggio, pubblicando i contenuti sul sito istituzionale.

Il Mise si riserva di richiedere in forma scritta, tramite Pec, integrazioni o chiarimenti rispetto alla documentazione presentata. Le eventuali richieste indicheranno un termine perentorio non inferiore a cinque giorni dalla data di trasmissione, entro il quale il Comune è tenuto a produrre le integrazioni o chiarimenti richiesti.

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