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Case popolari, si punta a sopprimere gli Istituti autonomi

Case popolari, si punta a sopprimere gli Istituti autonomi
Case popolari in periferia di Palermo

In IV Commissione l’esame di tre ddl per il riordino dell’edilizia sociale. Caronia: “Oggi un monoreddito è un nuovo povero”. Al loro posto, secondo il progetto all’Ars, la creazione di un’agenzia unica regionale per la gestione degli alloggi

PALERMO – La IV Commissione dell’Ars ha esaminato i disegni di legge per il riordino della normativa in materia di edilizia residenziale pubblica e sociale, riprendendo un progetto di riforma che risale alla precedente legislatura. Il progetto di riordino prevede la soppressione dell’Istituto autonomo case popolari per l’istituzione di un ente, sottoposto a vigilanza e coordinamento del governo per specifiche attività, che possa gestire gli immobili a fini sociali di proprietà dell’Istituto, della Regione e dei Comuni. Il disegno di legge, che pare avere tutti i requisiti per divenire unico testo da licenziare per l’aula, ha il confronto di tre diverse proposte, una di Marianna Caronia (Noi moderati, gruppo misto all’Ars), uno di Marco Intravaia (Forza Italia) ed uno di Nello Dipasquale (Pd). Dal 2018, quando la Presidenza dell’Ars era di Gianfranco Micciché e a Palazzo d’Orleans sedeva in Presidenza Nello Musumeci, i ddl erano scomparsi dai radar.

Una nuova agenzia al posto degli Iacp siciiani

Che il nuovo ente si chiamerà Aspa, Agenzia siciliana per le politiche abitative, oppure Arcas, Agenzia regionale per la casa e l’abitare sociale, la sostanza rimane pressoché invariata. L’Iacp ha difficoltà e non è efficiente, e al suo posto sembrano convergere intenzioni trasversali di superarlo con la soppressione in favore di un’agenzia che faccia capo alla Presidenza della Regione siciliana, all’assessorato regionale delle infrastrutture e della mobilità, all’assessorato regionale dell’economia e all’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro. Il patrimonio dell’Iacp verrebbe interamente acquisito dall’agenzia ed anche il personale garantito, ma l’agenzia opererebbe con uno statuto diverso e con direttive diverse in materia di cessione di immobili e di progettazione di nuovi alloggi sociali.

Marianna Caronia prima firmataria di uno dei ddl sugli Iacp

“I vantaggi, prima di tutto, sarebbero quelli di accentrare in un’unica agenzia per la casa le attività che afferiscono a una esigenza primaria che è quella di avere un tetto sopra la testa”, spiega al QdS Marianna Caronia, prima firmataria di uno dei tre ddl discussi ieri in Commissione Ambiente, Territorio e Mobilità. La deputata di Noi moderati ricorda le lunghe liste di persone e famiglie che da anni attendono l’assegnazione di un alloggio a canone sociale per ragioni di reddito. Ma oltre a dare risposta a quanti hanno – da anni – un’esigenza abitativa non risolta, c’è anche l’esigenza di “razionalizzare le spese, perché accentrando un centro di spesa in un unico ente – spiega Caronia – sicuramente si potrebbero ridurre i costi, ma soprattutto si potrebbe dare un impulso unico alla vendita a un prezzo accessibile a coloro che attualmente abitano le case popolari e potrebbero diventare finalmente proprietari degli immobili che magari abitano da tanti anni”.

Andare incontro anche ai nuovi poveri

Il disegno di legge di Caronia, che condivide i tratti con gli altri due, non prevede l’espansione verso le periferie con nuova cementificazione ma la riqualificazione delle aree interne dei centri abitati, influendo quindi sull’urbanistica ma anche e soprattutto sul degrado di alcune parti del territorio siciliano. Altro aspetto del riesumato – dopo circa sette anni – disegno di legge sulla soppressione dell’Iacp è il diffuso mutamento sociale. “La riqualificazione funzionale di immobili, nei centri storici e non, permetterebbe di fare social housing, quindi dare la possibilità a tantissimi nuovi poveri o a chi permane da tanti anni in quelle liste di trovare una casa”. Il riferimento ai nuovi poveri di Marianna Caronia fa riferimento “a uno spaccato di povertà nuova che è fatta anche dai monoreddito o da chi si trova a vivere una separazione coniugale”.

Il fenomeno di chi va a vivere in stanze di case per studenti è in aumento, e lo sottolinea la stessa deputata regionale siciliana. Una condizione di povertà che ormai colpisce anche i single con un reddito, e che non ha avuto soluzioni politiche nel corso degli anni. Tra le soluzioni da mettere in campo, oltre ad affrontare i nuovi schemi sociali di povertà, permane quella dell’Istituto autonomo case popolari che le proprie criticità pare non abbia gli strumenti per superarle. Dal ddl del 2018 a firma di Nello Dipasquale si evincono dati, riferiti a quello studio oggi da aggiornare, utili a inquadrare i limiti mai superati dall’Iacp: “Nella Regione siciliana le occupazioni senza titolo di immobili di proprietà degli Iacp, della Regione e del Comune, ammontano a 8.879 (dato stimato a ribasso) su circa 60.000 alloggi, con una morosità totale di 270.640.706,29 euro (esigibile al 50%)”. L’ultima cessione di immobili ai legittimi inquilini, l’Iacp l’ha esperita oltre vent’anni addietro. Da quell’epoca è stato un continuo declino tra costi di manutenzione e costi di gestione dello stesso istituto che non ha più capitalizzato gli immobili assegnati.

I dati sui costi dell’Iacp

Nel ddl di Caronia, depositato invece nel 2023, i dati sui costi dell’Istituto riportano una spesa complessiva degli organi di amministrazione per l’intera Sicilia di oltre 400 mila euro. Nello specifico, 200 mila euro risultavano spese per i Consigli di amministrazione, 120 mila per quelle del collegio dei revisori dei conti e oltre 90 mila per i nuclei di valutazione. Un rapporto costi-benefici con bilancio negativo che all’Ars si vorrebbe adesso riprovare a superare con l’istituzione di un’agenzia regionale con un direttore generale quale referente per la Giunta regionale in fase di programmazione e progettazione di nuovi investimenti che perverrebbero all’agenzia. “Abbiamo visto che un monoreddito oggi è di fatto un nuovo povero, perché è difficile trovare in affitto un immobile dignitoso, pagare le utenze e di contro anche vivere, e quindi è chiaro che è un’esigenza più che sentita”, afferma Marianna Caronia in merito alla necessità di nuove unità abitative sociali da mettere in cantiere anche grazie alla vendita degli immobili cedibili degli attuali Iacp.