Le “Casematte”, i bunker siciliani - QdS

Le “Casematte”, i bunker siciliani

Chiara Spampinato

Le “Casematte”, i bunker siciliani

giovedì 05 Maggio 2022

Vennero progettate e realizzate durante la seconda Guerra mondiale e sono migliaia in Sicilia

Le abbiamo viste e riviste, spesso quasi senza farci troppo caso e senza domandarci perché, per come e che cosa siano. Si tratta di piccole fortezze, che hanno il nome comune di bunker, ossia costruzioni in cemento armato, per lo più a cupola e con delle piccole feritoie da cui fuoriuscivano le canne dei fucili e delle pistole dei soldati. Sono chiamate anche “Casematte” e vennero progettate e realizzate durante la seconda Guerra mondiale, con l’obiettivo di contrastare l’avanzata delle forze alleate sull’Isola, nella loro campagna di liberazione.

Ce ne sono migliaia in Sicilia

Disseminate a migliaia in Sicilia, fanno oramai parte del territorio e vengono oggi considerate veri e propri beni culturali. Sono una testimonianza storica, militare e umana in quanto spesso in alcune sono state pervenute persino delle scritte o meglio delle incisioni sui muri che riportano date e nomi dei soldati che le occupavano.

La tendenza oggi è quella di valorizzare e riscoprire queste particolari quanto caratteristiche costruzioni, anche se di effettiva proprietà militare. Addirittura da qualche anno è stato persino avviato un censimento per la mappatura di questi siti e anche un processo per esaltare il loro interesse a livello turistico. Si tratta di turismo storico-militare in cui la Sicilia non avrebbe nulla da invidiare persino alla Normandia, che resta però al primo posto per il suo Museo a cielo aperto sulla seconda Guerra mondiale.

Ne esistono anche con forme di abside bizantina

Tornando alle “Casematte”, ne esistono persino con forme di abside bizantina, così fatte per ingannare il nemico, come per esempio a Carini. A realizzare le suddette strutture furono i militari del Genio del Regio Esercito, militari esperti e specializzati con una precisa e dettagliata conoscenza del territorio che le edificavano tenendo fortemente conto delle esigenze del luogo in cui venivano realizzate.

Purtroppo, la Regione stenta ancora a riconoscere il processo di riqualificazione di tali manufatti, quindi i progetti volti al loro recupero restano davvero pochi, così come le risorse a essi destinati. Eppure potrebbe essere un’ottima e diversa fonte di sviluppo per il turismo: una risorsa di cui la nostra Isola non può fare a meno.

Da Milazzo a Palermo, da Modica a Gela, da Agrigento a Catania, le “Casematte” appaiono timide sulle coste, mimetizzate dalla loro architettura, tra le colline e le scogliere, ancora a testimonianza indiscussa del valore strategico e del peso militare che ha avuto, ha e sempre avrà la nostra meravigliosa Isola.

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