È scontro tra l’accusa del processo Montante e la difesa del presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, imputato di concorso esterno in associazione a delinquere semplice e di rivelazione di notizie riservate. Oggi la difesa del governatore, rappresentata in aula dall’avvocato Roberto Tricoli e dall’avvocata Sonia Costa, avrebbe dovuto annunciare la sua scelta sulla eventuale rinuncia alla prescrizione.
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Caso Montante, le accuse a Schifani
Ma, a sorpresa, il pubblico ministero Maurizio Bonaccorso è intervenuto affermando che il reato non è ancora prescritto. Secondo Bonaccorso la prescrizione arriverà nell’ottobre 2024. Di parere contrario l’avvocato del presidente della regione Roberto Tricoli. Il presidente del collegio Francesco D’Arrigo si è riservato di cominciare la decisione nella prossima udienza, l’8 gennaio.
Secondo l’accusa, nel gennaio 2015 Schifani avrebbe rivelato notizie coperte da segreto istruttorio sull’indagine che i magistrati nisseni stavano conducendo nei confronti di Antonello Montante, accusato di corruzione.
Gli avvocati: “Prescrizione già scattata”
Per gli avvocati di Schifani la prescrizione sarebbe invece già scattata come avevano detto i giudici del tribunale. La tesi prospettata dall’ufficio del pubblico ministero secondo la difesa è “assolutamente infondata sia in diritto che dal punto di vista logico perché il concorrente esterno risponde solo ed esclusivamente del contributo occasionale fornito all’associazione e non anche nei confronti del promotore”. La decisione sarà presa l’8 gennaio.

