Il 30 gennaio i ricorsi del governo sui migranti per i casi respinti dal Tribunale di Catania. La Cassazione ha riunito in un’unica data la discussione delle domande presentate dall’avvocatura dello Stato per conto del Viminale contro i provvedimenti dei giudici etnei che hanno negato la convalida del trattenimento di migranti nel centro di Pozzallo. Dunque i supremi giudici, grazie a un provvedimento ad hoc, hanno programmato l’udienza al 30 gennaio davanti alle Sezioni unite civili.
Dovranno così essere vagliate le 10 istanze che sono state presentate il 25 ottobre. Al centro delle domande quanto deciso dai magistrati della sezione immigrazione del Tribunale catanese che non hanno convalidato i trattenimenti, disposti dal Questore di Ragusa in applicazione del decreto Cutro, in quanto avrebbero violato la direttiva europea numero 33 del 2013. Nel provvedimento la prima presidente Margherita Cassano afferma che i ricorsi “sollevano una questione di massima di particolare importanza circa le condizioni che consentono il trattenimento alla frontiera del richiedente la protezione internazionale”. Sono elementi che hanno “aspetti di novità nel panorama giurisprudenziale, anche per il rapporto tra fonti diverse e per il necessario confronto con le pronunce della Corte di giustizia”. Questa è “destinata a riproporsi in numerosi giudizi”. Secondo i Supremi giudici ciò rende indispensabile l’assegnazione “al Collegio allargato”. La Cassazione ha l’esigenza di “fornire una risposta chiarificatrice a problemi interpretativi di particolare complessità” e questo impone “l’opportunità di una celere fissazione dei ricorsi, essendo implicati diritti fondamentali della persona umana e, al contempo, profili attinenti al buon funzionamento dell’attività amministrativa di gestione del flusso di migranti e dell’esame delle domande di protezione internazionale”.
Nacque un feroce dibattito a seguito delle decisioni dei giudici Iolanda Apostolico e Rosario Cupri poiché “liberarono” 19 cittadini tunisini richiedenti asilo che si trovavano nel Centro creato a Pozzallo, in provincia di Ragusa. Ad ogni modo secondo l’iter la decisione sulla domanda di asilo deve essere evasa in quattro settimane e i richiedenti in quei momenti dovrebbero essere trattenuti un centro di accoglienza per essere immediatamente rimpatriati in caso di diniego. Apostolico e Cupri sostengono che il richiedente non può essere trattenuto per esaminare la sua domanda.
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