Il Castello di Pantelleria e il rimbalzo delle competenze - QdS

Il Castello di Pantelleria e il rimbalzo delle competenze

Pietro Vultaggio

Il Castello di Pantelleria e il rimbalzo delle competenze

giovedì 24 Febbraio 2022

Il Comune ha trovato i soldi per iniziare i lavori, ma occorre trasferire i reperti per aprire il cantiere. L’assessore Marrucci al QdS: “Periodo estivo alle porte, occorre fare in fretta”

PANTELLERIA §(TP) – Avere cura del patrimonio storico e culturale di un territorio significa raccogliere i cocci sparpagliati dallo scorrere del tempo, preservando così la memoria, ma con un obiettivo futuro preciso: creare un ritorno turistico economico.

Il castello di Pantelleria di origine normanna è un polo d’attrazione attualmente poco sfruttato, a causa della manutenzione mai avviata. “L’Amministrazione Comunale ha atteso invano per più di un anno i promessi 200.000 euro dalla Regione – si legge nella nota diramata dal Comune. Abbiamo ricevuto solo promesse, sfociate in un’ennesima nota del 18 ottobre 2021 con la quale la Regione assicurava la ‘riprogrammazione dell’intervento’. Dopo altri 4 mesi non abbiamo saputo più nulla. Siamo così riusciti a reperire i fondi per procedere autonomamente, ma il cantiere di lavoro non può partire per la presenza di alcuni reperti archeologici all’interno dell’edificio”. Un problema burocratico quindi, che ha portato il sindaco dell’isola, Vincenzo Campo, ad inviare lo scorso 4 febbraio una lettera ufficiale per competenza al Parco Archeologico, alle Soprintendenze dei Beni Culturali e Ambientali e del Mare, in cui si sollecita il trasferimento dei pezzi storici.

Abbiamo così contattato l’assessore al Patrimonio del Comune pantesco, Francesca Marrucci.

Di chi è la competenza? Che tempistiche si prevedono?
“Attualmente il Parco Archeologico è responsabile di tutti i reperti presenti a Pantelleria, anche se la Sovrintendenza del Mare ci ha fatto sapere che alcuni interventi sono di loro competenza. Aldilà dei rimbalzi speriamo che si possa procedere senza intoppi. Dopo il nostro comunicato, proprio in questi giorni è stato effettuato un sopralluogo dal Parco con l’intento di redigere un inventario degli oggetti presenti all’interno dell’edificio. Ci hanno assicurato, inoltre, che il lavoro verrà effettuato entro 20/30 giorni, ma se dovessimo aspettare ulteriormente allora i soldi che abbiamo trovato potrebbero non bastare. Affinchè il tempo fosse vincolante lo abbiamo specificato anche sul verbale. Quindi, se non dovesse essere rispettata la data si configurerebbe un danno per le casse comunali, ma anche di immagine visto il periodo estivo alle porte”.

Dove verranno trasferiti gli oggetti?
“Io ed il sindaco abbiamo sottolineato di far rimanere i reperti sull’isola, dando massima disponibilità per trovare la giusta soluzione”.

Vox populi ha diffuso la notizia che il castello fosse un museo chiuso, cosa risponde?
“Voglio sottolineare che non c’è nessun museo all’interno dell’immobile storico e non c’è mai stato. Semplicemente nel 2015 sono state organizzate due mostre mai smontate. A fine lavori penseremo ad una eventuale esposizione”.

La somma trovata da dove deriva? Che lavori si andranno a fare?
“Il Comune ha preso i famosi 200mila euro dai vari capitoli di altri lavori. Gli intonaci interni, in parte, sono da rifare, ci sono infiltrazioni d’acqua e va ricollocato il sistema antincendio. Non ci sono problemi strutturali seri, anche perché il castello è stato oggetto di una ristrutturazione importante nel 2010”.
L’assessore punta l’attenzione anche sul ‘mercato nero degli oggetti d’antiquariato’: “In Italia chissà quanta roba non catalogata è sparita. Per questo adesso insistiamo affinché chi di competenza ci faccia pervenire un inventario completo di quello che abbiamo nel nostro territorio comunale. Il Comune non è gestore ma abbiamo il diritto di sapere. Il Comune non ha e non ha mai avuto tracciamento dei reperti trovati a Pantelleria in tutti gli anni di scavi. Non ci risulta nemmeno che qualche amministrazione precedente abbia fatto richieste a questo proposito. Riteniamo invece che questa documentazione debba essere in possesso dell’Ente e aggiornata da quanti gestiscono i reperti e questo a tutela della comunità pantesca e del suo patrimonio. Da adesso in poi tutto quello che viene trovato deve essere comunicato al comune, ci deve essere un aggiornamento continuo”.

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