Un confronto completo, alla presenza di professionisti del settore, di specialisti dotati di esperienza ma anche di quell’umanità che serve per stabilire un rapporto di fiducia con i pazienti. Il convegno sul tema “I diritti di vita nell’autismo”, svolto a Pedara, ha visto anche la partecipazione di numerose famiglie che hanno la necessità di tenersi aggiornate e di confrontarsi.
Patrocinato dal Comune di Pedara, dall’ordine degli psicologi e dall’ordine degli avvocati, il convegno è stato organizzato dall’associazione “La forza delle donne in Sicilia” della presidente Laura Irene Catalano e dall’associazione Quokka della dottoressa Ivana Vecchio.
Sono stati registrati interventi tra gli altri di avvocati (Cardaci, Li Causi, Damigella), di un’analista del comportamento (Tripisciano), di psicologi (Grifò) e di docenti scolastici come il prof. Nuccio Tripi dell’istituto Alberghiero Rocco Chinnici.

Il presidente della Seus 118 dott. Riccardo Castro, tra i relatori del convegno, ha così fornito una sua lettura: “Non esistono protocolli nell’approccio emergenziale che riguardano i soggetti autistici, ci sono esperienza e preparazione degli autisti soccorritori che ogni giorno hanno a che fare con i bambini com’è avvenuto a Scicli poco tempo fa. Un convegno che mette alla luce determinate esigenze che coinvolgono non solo il 118 ma tutto il sistema emergenziale sanitario regionale. Indubbiamente grazie anche a queste sollecitazioni i vari attori coinvolti devono porre tutta una serie di soluzioni per creare percorsi adeguati per i soggetti con disturbi dello spettro autistico”.
La dott. Enza Zappalà che ha moderato l’incontro ha concluso per conto della “Forza delle donne in Sicilia”: “Sono veramente grata per la partecipazione e per l’impegno profuso dai relatori che hanno dato un apporto di grande valenza informativa e professionale. Auspico una maggiore sensibilizzazione sull’argomento e una presa di coscienza da parte della gente e delle autorità per passare dalla parole ai fatti. I soggetti autistici non hanno bisogno di compassione, ma di strutture e di personale che sappiano valorizzare il loro essere”.
L’on Anthony Barbagallo nel suo intervento ha sollecitato le parti: “Bisogna parlarsi in maniera concreta. Bisogna fare scelte importanti concentrando risorse sulla sanità pubblica per dotarsi di strutture che possano assicurare percorsi educativi specifici r organizzando uno stile di vita il più possibile comodo per i soggetti fragili”.

