Canale di gronda, l’alluvione suona la “sveglia” alla politica - QdS

Canale di gronda, l’alluvione suona la “sveglia” alla politica

Melania Tanteri

Canale di gronda, l’alluvione suona la “sveglia” alla politica

sabato 30 Ottobre 2021

Torna alla ribalta il progetto per realizzare il Collettore B, da anni arenato. L’assessore Trantino: “Se la nostra proposta sarà considerata valida, la Regione potrebbe mandarla in gara”

CATANIA – Parti della città totalmente sommerse dall’acqua. Non solo la zona Sud, ex pantano, ma anche il centro storico, la Circonvallazione e la base della collina di Monte Po, dove l’acqua ha letteralmente invaso l’ospedale Garibaldi di Nesima, causando danni per milioni di euro.

La tenuta idrogeologica di Catania e della sua conurbazione è messa, ancora una volta, a dura prova dagli eventi atmosferici sempre più intensi e violenti. E dalla quantità di acqua che deve essere smaltita, per non trasformarsi nel fiume in piena che, dall’Hinterland, invade ogni volta la città etnea, sommergendo ogni cosa. Una questione sul piatto degli amministratori da quasi 40 anni, ma mai risolta. Anzi, aggravatasi dalla cementificazione e antropizzazione del versante orientale pedemontano, come sottolineato dai geologi, condizioni che rendono sempre più urgenti opere come il cosiddetto Canale di Gronda, ancora da completare.

Della lunga e capiente infrastruttura, infatti, solo il Collettore C del Canale è stato completato, la parte con sbocco a Est. Manca ancora, invece, il collettore B, per il quale sono stati stanziati oltre 50 milioni di euro, che dovrebbe incanalare le acqua dei Comuni del versante occidentale per riversarsi nel torrente Cubba (che scorre in territorio di Misterbianco e attraversa il centro Sicilia).

Inoltre, sono ancora tanti i Comuni che non hanno provveduto all’allaccio al canale principale. “Invocato e quasi pronto nei roboanti comunicati stampa del 2015 – scrivono i sindacalisti della Fillea Cgil di Catania – bloccato ad un passo dalla firma dal Ministero che cambia le regole in corsa chiedendo che i progetti fossero da subito esecutivi e non solo definitivi”.

“Impasse come questa – afferma il segretario generale della Fillea, Vincenzo Cubito – hanno fatto sì che alla nostra città manchi tuttora, ad esempio, il raccordo tra un collettore e il torrente Cubba, così come mancano molte delle opere di raccordo di cui si sarebbero dovuti far carico i comuni della zona pedemontana, dinamiche che nei fatti producono il versamento di tutte le acquee sovrastanti la cintura urbana a valle”.

La prossima settimana, però, potrebbe essere cruciale per un significativo passo avanti. Quanto accaduto nel catanese ha di fatto impresso un’accelerazione, come conferma l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Catania, Enrico Trantino. “Stiamo accelerando nei percorsi che si erano arenati – dichiara al Quotidiano di Sicilia l’esponete della giunta Pogliese. Nei giorni scorsi, a Palermo, si è riunito un gruppo di lavoro con il commissario Croce, l’Autorità di bacino e il Genio civile per il Collettore B – prosegue. “Se il progetto che abbiamo presentato sarà considerato tecnicamente valido – aggiunge – la Regione potrebbe mandarlo in verifica o in gara. A quel punto, si procederà con un appalto integrato, ovvero sarà dato l’incarico per la progettazione esecutiva e per la realizzazione dell’opera”. Insomma, quello della prossima settimana potrebbe essere un passaggio fondamentale: “Avremo il verbale – conclude Trantino – che ci dirà se possiamo andare avanti”.

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