Coronavirus, altro vigile del fuoco positivo a Catania - QdS

Coronavirus, altro vigile del fuoco positivo a Catania

Ivana Zimbone

Coronavirus, altro vigile del fuoco positivo a Catania

mercoledì 18 Marzo 2020

Da oltre un mese e mezzo gli operatori dei vvf denunciano le loro condizioni di lavoro precarie. Carmelo Barbagallo, Usb: “Se ci ammaliamo anche noi, cittadini senza servizi essenziali”

CATANIA – I vigili del fuoco denunciano la mancanza di strumenti di sicurezza che possano proteggerli da eventuali contagi da Coronavirus. Dopo i loro appelli inascoltati, un operatore in servizio all’aeroporto di Catania è risultato positivo al virus e si trova ricoverato in ospedale.

“Già prima del 22 febbraio abbiamo chiesto a gran voce la pulizia straordinaria di sedi e mezzi, nonché le forniture dei dispositivi di protezione individuale. I vigili del fuoco desiderano, per vocazione, aiutare i cittadini; ma se si ammalano, non possono prestare il loro prezioso servizio. Desideriamo essere messi nelle condizioni di operare in sicurezza, ma ci ritroviamo persino a dover improvvisare l’uso del sottocasco nel tentativo di proteggerci, oltre che a fare anche turni di 24h”, chiosa Carmelo Barbagallo, coordinatore regionale del sindacato dei vigili del fuoco Usb Sicilia.

Altre critiche, poi, sono state rivolte alla gestione della sede di Lampedusa, sotto il comando di Agrigento: “Lì c’è un gran numero di pendolari che presta servizio di vigilanza all’hotspot. Abbiamo sollecitato la direzione regionale per smistare il personale, senza ricevere alcuna risposta. Noi non siamo immuni al Coronavirus e abbiamo delle famiglie. Se già è impensabile aspettare il verificarsi di un’emergenza per dotare il personale degli strumenti di sicurezza necessari, è ancora più assurdo non farlo durante un’emergenza in corso. Confidiamo almeno sui valori morali dei cittadini che invitiamo a informarci, nelle loro richieste di pronto intervento, su eventuali rischi di contagio. Se non altro per evitare, in quelle occasioni, di presentarci senza le dovute accortezze”, ha continuato Barbagallo.

Lo stato di allerta tra tutti coloro che – anche in questo momento di “quarantena generale” – si trovano in prima linea ad affrontare l’emergenza sanitaria, cresce in maniera esponenziale. Ed è il frutto di tutte le fragilità di un Paese e di una Regione che, evidentemente, non si attendevano una simile calamità e che non hanno investito in maniera opportuna nel mantenimento di un apparato adeguato agli stati emergenziali.

Così si recluta il personale medico tra i neolaureati, si cerca di abilitare ospedali in disuso e navi da crociera per accogliere i contagiati dall’epidemia, si tenta di procurare nel più breve tempo possibile respiratori per la terapia intensiva. E non si riescono a fornire – ancora – nemmeno le mascherine a tutti quelli che in questi giorni non possono rimanere in casa a salvaguardarsi.

Intanto un vigile del fuoco in servizio all’aeroporto di Catania è stato trovato positivo al Coronavirus e, secondo le dichiarazioni del coordinatore di Usb Sicilia, adesso si troverebbe ricoverato in ospedale. Sono in corso, invece, accertamenti su altri operatori. Si tratta di un ulteriore dato allarmante per la città etnea, vista l’alta contagiosità del virus e il grande numero di persone che, chi svolge attività di soccorso, incontra ogni giorno.

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