Coronavirus, misure straordinarie a Catania - QdS

Coronavirus, misure straordinarie a Catania

Melania Tanteri

Coronavirus, misure straordinarie a Catania

venerdì 06 Marzo 2020

Ordinanza sindaco recepisce provvedimenti Governo. Sindacati chiedono più sicurezza per i medici

CATANIA – Aumentano, seppur lentamente, i casi di contagio anche nel catanese. Stando ai dati ufficiali diffusi, i contagiati da Covid 19, meglio noto come coronavirus, sarebbero 13 nella sola zona etnea. Un numero abbastanza contenuto, che vede solamente tre ricoveri ospedalieri, che ha fatto scattare la macchina della prevenzione anche da parte del Comune di Catania con la ricezione del decreto del Presidente del consiglio dei Ministri dello scorso 4 marzo che ha stabilito, tra le altre misure, l’interruzione delle lezioni scolastiche e universitarie su tutto il territorio nazionale.

Stesso copione quindi anche per la città etnea, dove il sindaco ha emanato un’ordinanza che contiene, oltre alle prescrizioni relative a scuole e università, anche altre restrizioni. Nello specifico, è prevista “la sospensione di congressi, riunioni, meeting ed eventi sociali, in cui è coinvolto personale sanitario o personale incaricato dello svolgimento di servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità e ogni altra attività convegnistica o congressuale, la sospensione di manifestazioni ed eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. Non solo: anche gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, “svolti in ogni luogo sia pubblico sia privato, nonché le sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi avvengano a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico”.

Secondo il documento, inoltre, “le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano”.

Per quanto riguarda scuola e università, oltre alle lezioni, sono sospesi anche “i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado”. E ancora, l’ordinanza impone i controlli per chi è stato nelle zone rosse e l’obbligo di dare comunicazione all’Asp, proprio come da decreto presidenziale.

Intanto, arrivano le precisazioni dell’ospedale Cannizzaro di Catania, costretto nei giorni scorsi a sanificare il reparto di terapia intensiva respiratoria per via di un caso di un paziente controllato in ritardo e poi risultato positivo.

“Il paziente è ricoverato in una delle stanze di isolamento, a pressione negativa, dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive, con un quadro clinico generale in fase di miglioramento – scrive la direzione. L’uomo era stato ricoverato domenica nell’Unità di Terapia Intensiva Respiratoria (Utir), in quanto non direttamente proveniente da zone individuate come a rischio. Nondimeno, è stato disposto il tampone oro-faringeo, poi risultato positivo. Di conseguenza, l’Azienda ha messo in atto ogni procedura prevista dalle recenti disposizioni in materia di contenimento e gestione dei casi di infezione da “nuovo Coronavirus”. Oltre al trasferimento del paziente in reparto di isolamento, l’Azienda ha disposto in via cautelativa l’astensione dal servizio nei confronti del personale entrato con lui in contatto.

Da qui la richiesta della Fismu, Federazione italiana sindacale medici uniti, che segnala alcune necessità per evitare di farsi trovare impreparati dall’evolversi dell’epidemia. Tra le proposte inviate a Razza, quella di dotare gli ospedali dei presidi di sicurezza necessari in tempi brevissimi, che l’ acquisto e la distribuzione degli stessi avvenga contemporaneamente in tutte le Asp siciliane. Che l’organizzazione dei controlli sia coordinata con un’unica regia, onde evitare pericolosi disservizi, che ricadrebbero sui cittadini e che si eviti lo scollamento tra i Medici del territorio (medici di famiglia, di continuità assistenziale, del 118, dell’emergenza-urgenza, della pediatria e della specialistica ambulatoriale) e le Aziende ospedaliere e i Policlinici”.

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