Catania, da giunta a partecipate: nomi in ballo e nodi da sciogliere

Catania, dalla giunta alle aziende partecipate: i nomi in ballo e i nodi da sciogliere

Catania, dalla giunta alle aziende partecipate: i nomi in ballo e i nodi da sciogliere

Melania Tanteri  |
mercoledì 14 Giugno 2023

Il sindaco Enrico Trantino ufficializzerà la squadra nelle prossime ore. Le mosse dei partiti e gli occhi sulle municipalizzate.

La legge vorrebbe gli assessori nominati entro dieci giorni dalla proclamazione. Ma, come ci sussurrano i bene informati, la norma sarebbe ordinatoria ma non perentoria. Come a dire, sarebbe preferibile ma non obbligatorio nominare la giunta comunale. E che sarebbe preferibile, nel caso di Catania, è fuori dubbio: la città etnea, tra sospensioni e commissariamento, necessita dell’amministrazione, non solo del suo capo. Il sindaco, d’altronde, può poco o nulla senza la sua squadra di assessori.

La fumata bianca? Forse domani per la squadra di Trantino

Una consapevolezza dello stesso neo sindaco, Enrico Trantino che necessita dei collaboratori per non perdere tempo prezioso di fronte a una congiuntura che richiede un’amministrazione operativa. Eppure, nonostante voci di corridoio parlino di un imminente scelta della squadra di governo, qualcuno più prudente pensa che non sarà oggi il giorno in cui Trantino farà i nomi degli assessori. Forse domani. E forse neanche tutti, ma solo il numero sufficiente da poter avviare l’attività.

Giunta Trantino, i nodi da sciogliere

Sembra infatti che le questioni interne ai partiti non siano state risolte e e che vi sono ancora alcuni nodi importanti da sciogliere. Il primo proprio in casa del primo cittadino, a cui spetterebbero tre assessori, uno dei quali è già nominato, ovvero Sergio Parisi. Fedelissimo di Salvo Pogliese quasi suo alter ego. Sembra che tra i Fratelli d’Italia sia ancora in atto infatti il tira e molla tra chi vorrebbe un altro nome “vicino” all’ex sindaco Pogliese – indicando magari Andrea Barresi, delegato ai rifiuti sul finire della passata sindacatura e tra i più votati in Consiglio. E chi vorrebbe un nome più “neutro”, magari un Paolo La Greca, professore ed esperto di Urbanistica e, a quanto pare, molto gradito all’ex sindaco. Il terzo nome dei meloniani dovrebbe essere quello di Viviana Lombardo, anche lei ex assessora di Pogliese, che potrebbe rappresentare la quota rosa.

Il caso Sangiorgio

Sembrerebbe dunque tramontata l’ipotesi Luca Sangiorgio, molto vicino all’ex primo cittadino di cui è stato capogruppo. Sangiorgio non si è candidato in Consiglio: questo lo toglierebbe dall’imbarazzo di doversi dimettere dal senato cittadino, imbarazzo in cui resterebbero Barresi, Lombardo e, in caso fosse scelto lui perché più votato di tutti, Daniele Bottino. Se non si aprisse la sala Giunta, è possibile che, per Sangiorgio si possa spalancare quella di qualche partecipata.

Le partecipate

E, a propostito di partecipate: le aziende “comunali” sono l’altra parte della medaglia della giunta. Chi non dovesse trovare spazio nella squadra di governo potrebbe trovarlo nel cda di qualche azienda, la Sidra, ad esempio, il cui presidente Fabio Fatuzzo sì è già dimesso, o l’Amts, guidata dal meloniano di area stancanellina Giacomo Bellavia e che pare sia nelle mire di qualche formazione politica.

I bene informati raccontano che la Lega stia contrattando propri su questo punto: la “rinuncia” alla vicesindacatura per una partecipata. E, ovviamente, per il secondo nome in giunta da affiancare a quello già fatto in campagna elettorale, di Andrea Guzzardi. Nome che potrebbe essere quello dell’ex capogruppo Giuseppe Gelsomino, eletto in consiglio e che, quindi, potrebbe essere invitato a dimettersi. Sembra infatti che Trantino non voglia consiglieri assessori. Resta in ballo anche Fabio Cantarella, nel Carroccio dalla prima ora e uomo gradito al segretario Salvini.

La giunta comunale e le scelte di Forza Italia

La questione si ripeterebbe in casa Forza Italia. Il partito che oggi piange il fondatore e leader, opterebbe infatti per Giovanni Petralia, neo rieletto al senato cittadino e che dovrebbe prendere il posto dell’inidicato in campagna elettorale Marcello Caruso. Una scelta necessaria per comporre le anime azzurre divise tra i supporters dell’assessore Marco Falcone e quelli più vicini al deputato regionale acese, Nicola D’Agostino. Se il primo può vantare il fatto di aver portato al mulino Trantino un bel carico di acqua, il secondo, forte anche della recente vittoria del “suo” candidato Barbagallo ad Acireale, potrebbe battere cassa. E insistere per la nomina di Salvo Tomarchio, primo dei non eletti tra gli azzurri alle ultime competizioni regionali. I candidati che fanno riferimento ai due, insieme, avrebbero portato alla lista una dote di oltre 6.000 preferenze.

Questo potrebbe spingere il presidente Schifani a voler “equilibrare” le cose anche all’interno della Giunta catanese, portando avanti il suo personalissimo modo di intendere il partito “pluralista”. Se così fosse, come affermato dallo stesso Falcone al Qds.it, Forza Italia non esprimerebbe il vicesindaco che, in un primo momento, sembrava individuato nella figura dell’ex assessore alla Polizia municipale di Raffaele Stancanelli, Massimo Pesce.

Dall’Mpa alla Dc di Cuffaro

Nulla sembra essere cambiato invece sul fronte autonomista: il Mpa ha già espresso Alessandro Porto – anche lui ex assessore di Pogliese poi maldestramente defenestrato – e sembrerebbe puntare a un altro nome – più di qualcuno insiste su una donna che potrebbe essere l’ex sovrintendente ai Beni culturali di Catania, Vera Greco, ma anche qualche candidata non eletta come Pina Alberghina o Vanessa Grimaldi o ancora Martina Bucisca. C’è chi giura che la quota rosa sarà ricoperta da un’autonomista.

Stesso discorso per quanto riguarda la Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro: il nome indidato dallo scudocrociato sarebbe quello di Giuseppe Marletta, che entrerebbe in Giunta al posto dell’avvocato Chisari. Per la cronaca, anche Marletta è stato assessore di Stancanelli.

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