Catania, dopo il crollo, allerta per il centro storico - QdS

Catania, dopo il crollo, allerta per il centro storico

Melania Tanteri

Catania, dopo il crollo, allerta per il centro storico

venerdì 24 Gennaio 2020

Palazzi in cattive condizioni e costruiti in terreni inadatti. La presidente del sindacato degli inquilini della Cgil, Giusi Milazzo: “Assicurare sicurezza edifici”

CATANIA – Una città fragile. Continua a far discutere il crollo parziale di una palazzina nel centro storico di Catania. Quanto accaduto in via Castromarino la notte tra domenica e lunedì scorsi, infatti, in pieno centro storico, a pochi passi dal monastero dei Benedettini e dell’ex ospedale Vittorio Emanuele, continua a preoccupare non solo i residenti, che temono il ripetersi di simili episodi, ma anche tecnici ed esperti.

Non è la prima volta, infatti, che un edificio ceda totalmente o in parte in città. E mentre il Comune di Catania, attraverso l’assessorato ai Servizi Sociali, si è attivato per accogliere chi è rimasto senza casa, ben 39 persone componenti di 11 nuclei familiari, si cerca di comprendere cosa abbia provocato il cedimento. E cosa fare per evitare che in futuro possa ripetersi una simile tragedia.

Per evitare ulteriori sollecitazioni e consentire le indagini – che, nel frattempo, ha avviato d’ufficio la Procura – la talpa che sta scavando la galleria per la realizzazione della tratta della metropolitana Stesicoro – Aeroporto è stata fermata, in via cautelativa, sin da domenica scorsa, ma ancora non è stato ufficializzato il legame tra quanto avvenuto e i lavori della Fce. Ma gli esperti parlano di condizione generale di pericolosità in città, condizioni dovute alla particolarità del sottosuolo.

Come Fabio Tortorici, presidente della fondazione Centro Studi del Consiglio nazionale dei geologi. “Il crollo della palazzina nel centro storico di Catania ripropone il problema della scarsa conoscenza della pericolosità e dei rischi dovuti alla geologia urbana, quindi all’affioramento di rocce cedevoli, alla presenza di cavità sotterranee, al dilavamento legato a perdite nelle reti idriche e ad altri fenomeni legati direttamente alla natura geologica dei terreni su cui si edifica, tra cui nella città etnea, le gallerie di scorrimento lavico – afferma l’esperto”.

“Le indagini sulle cause del crollo – prosegue – sono ancora in corso, ma la dinamica dei segni premonitori e degli eventi sono in relazione più che a problemi strutturali del fabbricato, ad una modifica degli equilibri geostatici e alle caratteristiche dei terreni di fondazione. In questo caso come in tantissimi altri, l’intervento dei vigili del fuoco ha evitato il peggio, ma certamente, la presenza di un geologo permetterebbe nei sopralluoghi e nelle fasi di emergenza, di riconoscere quelle fenomenologie che per oltre il 40% sono la causa dei crolli di edifici, ponti, strade e di tutte le strutture che interagiscono col terreno”.

Anche la presidente del sindacato degli inquilini della Cgil, Giusi Milazzo, chiede controlli sui fabbricati e attestazioni di staticità ad opera di esperti, evidenziando l’importanza della redazione del fascicolo di fabbricato, e “l’urgenza di un puntuale accertamento della condizione degli stabili lungo il percorso degli scavi della metropolitana”, afferma.

“Immaginiamo – aggiunge Milazzo – che le cause siano diverse, ma sappiamo quanto sia importante assicurare la sicurezza degli edifici e quanto sia necessario sensibilizzare i proprietari affinché si realizzino i lavori di messa in sicurezza, offrendo loro una strumentazione idonea anche dal punto di vista finanziario”.

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