Il sindacato: “Una farsa”. L’assessore: “Lettura poco attenta. Nell’appalto settennale utili legati a risultati”
CATANIA – Sul bando rifiuti è botta e risposta tra la Uil e il Comune di Catania. Al sindacato che chiede conto e ragione della questione relativa al mancato affidamento dell’appalto settennale, definendola “una farsa”, risponde l’assessore all’Ambiente Fabio Cantarella. Al quale replica, a sua volta, l’organizzazione sindacale. Che non usa mezzi termini parlando di “tragedia per i tartassati cittadini catanesi, costretti a pagare oltre misura un servizio che funziona poco e male!”.
I segretari generali di Uil e UilT Catania, Enza Meli e Salvo Bonaventura, intervengono dunque sulla “gara cinque-volte-deserta per l’appalto di igiene ambientale” e chiedono che “passata la Festa, l’amministrazione torni a concentrarsi su come risolvere questo mistero buffo, ascoltando magari le proposte nostre e altrui”. Fare presto e bene, la richiesta del sindacato, oltre a parlare alla città apertamente.
“Mai come adesso riteniamo indispensabile e urgente che il Comune esponga il proprio Piano di intervento e lo sottoponga al confronto, aprendolo a un doveroso contributo di idee – affermano i segretari che ricordano, oltre tutto, di avere più volte inutilmente sollecitato la convocazione dell’Osservatorio di settore. Anche perché, secondo il giudizio della Uil, “il bando predisposto non è a misura di Catania nella previsione di mezzi richiesti e personale da utilizzare. Inoltre, ignora la questione dell’inquadramento contrattuale del personale dirigenziale addetto al coordinamento”.
“Salta, poi, all’occhio – specificano Meli e Bonaventura – il costo medio per operatore ecologico che è inferiore rispetto a quanto previsto nello stesso Piano di Intervento approvato dal Consiglio nel 2016. Se infatti il numero di addetti è cresciuto da 654 del 2016 a 775 di oggi, il costo del personale inspiegabilmente non aumenta ma diminuisce. A ciò si aggiunge che il Piano utilizza le tabelle contrattuali del 2015 e non quelle aggiornate – precisano ancora – costringendo l’eventuale impresa aggiudicataria a rimetterci o attenersi a tabelle che la espongono a contenziosi legali”.
Niente di tutto ciò, secondo l’assessore Cantarella, secondo cui quella del sindacato sarebbe “una lettura poco attenta dell’appalto”. “L’appalto settennale, andato purtroppo deserto – aggiunge Cantarella – intendeva, a differenza dell’attuale gara ponte, ancorare i maggiori guadagni ai risultati conseguiti con le percentuali di differenziata raggiunti, i quali risultati a tutt’oggi lasciano a desiderare. Con l’attuale gara ponte ereditata dalla passata amministrazione – prosegue – formulata con criteri differenti, la ditta oggi ottiene un utile del 9% a prescindere dai risultati minimi della percentuale di differenziata raccolta”.
E in relazione al bando di gara, specifica che “l’appalto ha seguito un iter di estrema trasparenza e competenza perché è stato predisposto dalla Srr, alla quale il Comune di Catania aderisce, e per la prima volta ha recepito le direttive dell’Anac – sottolinea – suddividendo l’appalto in quattro macrolotti (ciascuna ditta può appaltarne al massimo due)”. Quanto al personale, invece, Cantarella evidenzia come “l’Amministrazione deve garantire i livelli occupazionali con le mansioni ricoperte, ma non certamente le indennità speciali”.
Una replica che non soddisfa il sindacato. “Il rappresentante dell’amministrazione comunale bacchetta dicendo che le critiche costituirebbero la dimostrazione di ‘una poco attenta lettura’ – affermano i segretari. Una attenta lettura della realtà catanese, però, rivela che la gara per un servizio di primaria importanza continua ad andare deserta. Un motivo ci sarà, anzi più di uno”.