Una sepoltura di età imperiale romana al posto delle vasche dell'acqua. Il sottosuolo restituisce ancora testimonianze dell'antica Catania.
Una sepoltura di età imperiale romana al posto delle vasche dell’acqua. Il sottosuolo catranese restituisce ancora una volta testimonianze dell’antica cittò di Catania, ricca di storia e di testimonianze, molte delle quali però non più visibili, sotterrate sotto le strade e i palazzi.
La tomba romana sotto il palazzo
Dopo quelle rinvenute in via Androne e via Basile, poi ricoperte, torna alla luce l’antico ipogeo nel cuore dell’Antico Corso sulla collina di Monte Vergine dove un tempo sorgeva l’acropoli. Strappata all’oblio dove era confinata – il locale era occupato dal vano vasche del palazzo dell’Iacp che sorge proprio lì, dopo un lavoro collettivo di recupero e valorizzazione, è stata restituita ai cittadini. In attesa che venga resa fruibile, la scoperta è stata presentata alla stampa stamani, dalla Sovrintendenza ai Beni culturali, dall’Arci – che si occuperà della gestione – e dai rappresentanti del Comitato Antico Corso che da tempo si battono per riportare alla luce, valorizzare e riconsegnare alla memoria i reperti di cui il rione è ricco.
“Risale circa al primo, secondo secolo dopo Cristo – spiega la funzionaria della Sovrintendenza. Si tratta di una camera ipogeica con diverse nicchie ai lati che testimoniano come fossero più di una le sepolture presenti. Sapevamo della presenza di questa tomba dalla letteratura anni cinquanta ma deve essere ancora studiata”.
La “liberazione” del sito archeologico
La “liberazione” daltronde è avvenuta solo qualche anno fa: l’Istituto autonomo case popolari – proprietaria del locale dove si trova la sepoltura. – su input della cittadinanza, ha infatti deciso di permettere gli studi, affidati alla Sovrintendenza che ha immediatamente fatto apporre il vincolo. “Se questa tomba è ancora qui e non è perduta lo dobbiamo al fatto che un gruppo di cittadini ha voluto salvare, valorizzazione e proteggere questa parte del quartiere – sottolinea Matteo Iannitti, dell’Arci. Dobbiamo a loro se qui non c’è deposito o un gommista, ma un sito archeologico da ammirare”.
Il recupero della memoria grazie al Comitato
Iannitti sottolinea le condizioni in cui si trova ancora parte del quartiere, trasformato nel “distretto della carne di cavallo”, con ristoranti con tavoli e bracieri sulla strada. E come il Comitato abbia fatto e stia ancora facendo una meritoria opera di recupero e promozione. Come evidenziato dalla rappresentante dell’Antico Corso Elcira Tomarchio. “Questo è un punto di inizio, perché la collaborazione che si è intavolata con Arci e Sovrintendenza ci lascia ben sperare – afferma Negli anni. Abbiamo appreso di questa tomba dalla carta archeologica del prof. Tortorici: qui c’era il deposito di una trattoria. Abbiamo allora cercato di recuperarlo per farlo fruire, grazie alla Sovrintendenza e agli studenti di archeologia.
Antico Corso ricco di storia
Un recupero avvenuto con il rifugio bellico di via Daniele ma che trova maggiori ostacoli per quanto riguarda la collina della Purità: qui, come documentato anche dal Quotidiano di Sicilia, è ancora in atto un braccio di ferro tra chi, e il Comitato è in prima linea, vorrebbe recuperare i resti archeologici, e l’Università che pare abbia ancora in mente di realizzare lì delle aule. “Oggi il contesto è più felice – affermano i presenti – ma qualche mese fa eravamo davanti la Purità per denunciare la cementificazione”.