Catania, la Lav a Librino per sterilizzare cani e gatti - QdS

Catania, la Lav a Librino per sterilizzare cani e gatti

Catania, la Lav a Librino per sterilizzare cani e gatti

Salvo Stuto  |
sabato 08 Giugno 2024

Il progetto sperimentale partirà l’11 giugno e coinvolgerà anche Sciacca e Ribera, in provincia di Agrigento. Petrina: “Prima iniziativa in assoluto di questo tipo”

CATANIA – “Il 99,9% dei morsi ai danni dei cittadini da parte di cani, che vengono spacciati per morsi causati da cani randagi, in realtà sono causati da cani che sì sono cani di strada ma si sono ritrovati in strada, non ci sono nati, e quindi non hanno avuto la possibilità di sviluppare degli strumenti utili allo stare serenamente sul territorio”. Così la responsabile Lav (Lega anti vivisezione) Catania, Angelica Petrina, parla del progetto sperimentale di sterilizzazione di animali domestici, nello specifico cani e gatti, che partirà l’11 giugno fino al 13.

“Stiamo dando l’opportunità a persone economicamente disagiate e non solo andando a toccare delle fasce fragili che possiedono animali e che lo Stato non agevola – sottolinea Petrina –. Credo che questa sia la prima iniziativa in assoluto di questo tipo che si rivolge ad animali di privati, nello specifico cani e gatti”. Le tappe siciliane della Lav saranno quelle di Catania, nel quartiere Librino, e Sciacca e Ribera, in provincia di Agrigento.

La sterilizzazione degli animali nelle due ambulanze della Lav

Dietro un’iniziativa di questo tipo c’è il lavoro di volontari che stanno procedendo innanzitutto prelevando gli animali dei proprietari che, ad esempio, non hanno i mezzi per potersi spostare. “Si prendono gli animali e si portano in clinica a fare gli esami preoperatori come analisi del sangue, funzionalità epatica, renale e malattie infettive e successivamente – nel momento in cui le analisi sono idonee – si riconfermano queste persone con i loro animali all’interno della nostra lista. Poi – spiega Petrina – procederemo con le operazioni di sterilizzazione sulle nostre due ambulanze acquistate grazie ai fondi dei sostenitori della Lav, senza i quali non avremmo potuto portare avanti questo progetto. Abbiamo anche un team di veterinari che si sposta da tutta Italia: una dottoressa che viene da Milano, un veterinario che viene da Roma e saranno coadiuvati da altri tre veterinari qui in loco più una quarta che provvederà alle microchippature”. Anche grazie al loro aiuto, sarà possibile per chiunque voglia aderire, far visitare i cani e i gatti che non sono inseriti all’interno della lista di sterilizzazione: “Daremo l’opportunità alle persone di portare i propri animali a fare una sorta di controllo. Per i cittadini è tutto gratuito, paga la Lav”, sottolinea la responsabile di Catania, Angelica Petrina.

Prevenire il randagismo

Prevenire il randagismo partendo dagli animali che hanno a casa è uno degli obiettivi di questa iniziativa. “Perché la maggior parte dei cuccioli che noi ritroviamo in strada, sono cuccioli che provengono da cagne di casa: il proprietario si ritrova la cagna gravida e se non riesce a sistemare i cuccioli – laddove ci abbia mai provato – pensa di prenderli e lasciarli per strada. Questo significa condannare a morte i cuccioli, con l’aggravante che un cane figlio di un cane di strada, già a livello genetico, ha degli strumenti per potersi muovere e vivere sul territorio in maniera serena. Invece i cani figli di cagne di casa, questa cosa qui non ce l’hanno: se hanno la fortuna di aggregarsi a un branco dove ci sono cani del territorio possono imparare, in caso contrario potrebbero diventare dei cani ‘problematici’, non perché sono cattivi ma perché non hanno gli strumenti per potersi gestire al meglio sul territorio”.

C’è anche la questione dei costi

Nel caso specifico del randagismo, infatti, un animale – un cane nello specifico – se mandato in un canile da un amministratore comunale “costa ai cittadini, in media, 1.500 euro l’anno. Gli stessi soldi, o meglio un terzo di questi, potrebbero essere investiti diversamente: facendo sterilizzare la cagna, chippando gli animali. C’è stato tanto riscontro: abbiamo delle file di attesa molto lunghe e speriamo di riuscire a far fronte a tutte le richieste pervenute. Fra Catania, Sciacca e Ribera siamo sull’ordine dei circa 160/170 gatti mentre per quanto riguarda i cani sulla provincia etnea siamo intorno alla trentina”, conclude Petrina.

La scelta del quartiere Librino

E alla domanda sul perché la scelta del quartiere Librino, risponde così: “Sarebbe stato troppo comodo farlo alla Villa Bellini, tutti belli, tranquilli e sorridenti. Invece no: iniziamo a valorizzare quartieri che sono degradati e continuano a essere degradati fino a quando li consideriamo tali. Questo è un primo step, si stanno già muovendo delle altre cose – sempre su Librino –. Abbiamo trovato una collaborazione importante con la Misericordia che ha sede lì e speriamo di poter portare avanti degli altri progetti che mirano alla sensibilizzazione e alla diffusione di informazioni importanti rispetto agli animali”.

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