CATANIA – Due anni fa il crollo. Oggi i residenti tornano a farsi sentire, dopo la notizia – anticipata dal Quotidiano di Sicilia – dell’acquisto della palazzina crollata in via Castromarino da parte della Cmc per poter proseguire gli scavi della metropolitana. Lo hanno fatto nel corso di una conferenza stampa in presenza del legale, Giuseppe Lipera per rappresentare i propri disagi. Solo nove famiglie, infatti, sono state coinvolte nella compravendita, e dunque risarciti: le altre aspettano ancora una risposta.
“Hanno perso tutto e non sono stati risarciti – ha affermato l’avvocato Lipera riferendosi a chi non ha firmato l’accordo. Come si può pensare di abbattere un palazzo non pensando alle conseguenze sugli altri edifici?” – si domanda l’avvocato. A essere infuriati sono coloro che, pur avendo perso la casa in seguito al crollo, per via dell’ordinanza sindacale che ha definito inagibili i palazzi limitrofi, non sono stati risarciti. Non solo: temono che la demolizione dello stabile acquistato dalla CmC possa danneggiare ulteriormente gli altri palazzi. È quanto sostiene la professoressa Oriana Pappalardo, portavoce dei residenti.
“La situazione è assurda – afferma: solo 9 famiglie sono state risarcite. Gli altri, con anziani e minori, sono state arbitrariamente escluse. Di noi non frega nulla – continua la residente nel palazzo attiguo a quello acquistato -. Nel mio palazzo c’è la scala danneggiata – aggiunge – ma, secondo i tecnici, non ci sarebbero pericoli. Invece, continuando sulla via Plebiscito ci sono due case sul burrone. La mia casa è inagibile ma non è sotto sequestro – prosegue: se io volessi entrare però non potrei. Da dieci giorni ho chiesto alla protezione civile di poter avere i miei mobili, le mie cose, perché finalmente dopo due anni ho trovato una sistemazione ma no. Non posso entrare”. Anche per questa vicenda l’avvocato Lipera ha annunciato “segnalazione alla questura perché stanno agendo in maniera scomposta”.
Sulla questione interviene il direttore generale di Fce, Salvatore Fiore, sottolineando la bontà dell’operazione condotta da Cmc e replicando a quanto affermato da Lipera e dai residenti. Partendo dagli immobili che affacciano su via Plebiscito. “Quelli inagibili – ha detto – sono stati acquistati tutti. Gli altri non sono oggetto dell’ordinanza del sindaco”. Fiore ha spiegato anche la situazione in via Castromarino. “Gli operai della Cmc entrano nel palazzo attiguo perché esiste una scala in comune che appartiene al palazzo oggi della Cmc – ha detto -. L’altro edificio al momento non è accessibile proprio per le condizioni della scala”.
Parole alle quali replica il consigliere comunale del Movimento 5 stelle, Graziano Bonaccorsi, che segue le vicende dei residenti da tempo. Il gruppo pentastellato ha anche chiesto la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio comunale per discutere il caso Castromarino. “Bisogna capire a quale ordinanza fa riferimento il direttore Fiore – risponde il consigliere -: siamo rimasti a quella del maggio scorso in cui si rappresenta ai residenti anche degli altri immobili di presentare un progetto di ristrutturazione dell’immobili definiti inagibili”.