Oasi del Simeto, riserva trasformata in una discarica - QdS

Oasi del Simeto, riserva trasformata in una discarica

Melania Tanteri

Oasi del Simeto, riserva trasformata in una discarica

sabato 05 Dicembre 2020

Numerosi cumuli di rifiuti portati dal mare si possono trovare nei 1900 ettari dell’area

CATANIA – Cumuli di rifiuti lungo la spiaggia. Materiali di ogni tipo e, soprattutto, plastica in quantità in un luogo dove l’ambiente, e gli animali, dovrebbero essere particolarmente rispettati. E invece, sono tantissimi i materiali accatastati tra le dune della riserva naturale orientata Oasi del Simeto, polmone verde al confine tra le province di Catania e Siracusa, dove la questione della pulizia resta di difficile soluzione.

“Sicuramente, quello della presenza di plastica sulla spiaggia è una criticità che deve essere risolta – afferma Giusy Pedalino, presidente dell’associazione Orione che organizza attività all’interno dell’Oasi – perché il rischio per la fauna selvatica, che qui è protetta, è altissimo. Mi è capitato personalmente di vedere gabbiani intrappolati o altri uccelli morti per accumulo di plastica nello stomaco. Uno strazio”.

A portare i rifiuti, la plastica soprattutto, è prevalentemente la furia del mare. Come spiega il direttore responsabile della Riserva, gestita dalla Città metropolitana di Catania, Gaetano Torrisi. “Molto spesso – afferma – la plastica che ritroviamo sulla spiaggia viene trasportata dalle mareggiate, frequenti in questo periodo, fino alla primavera, per cui risulta difficile impedire che questo avvenga”.

Per quanto riguarda la pulizia, però, le cose stanno diversamente. Torrisi sottolinea come la responsabilità della rimozione dei rifiuti sia del Comune di Catania e come siano numerose le richieste già inoltrate all’Ente. “Ma la situazione economica è quella che è – continua – per cui non sempre la risposta è immediata”.

Diversi i compiti da svolgere. “Noi, come ente gestore – precisa – abbiamo il compito di vigilare sul vincolo naturalistico, attraverso il rispetto del regolamento d’uso, abbiamo il compito di promuovere i valori naturalistici e di organizzare le attività didattiche all’interno di un’area vasta circa 1900 ettari a cui si sono aggiunti quelli espropriati, 213. Negli ultimi anni abbiamo ristrutturato la masseria che oggi è diventata il Centro polifunzionale Torre Allegra; abbiamo organizzato tantissime attività didattiche e realizzato la rete sentieristica per i percorsi a piedi e in bici. Insomma, stiamo rivitalizzando i luoghi anche attraverso un maggiore collegamento con la città”.

Tanti i passi avanti fatti per la fruizione della riserva, anche se le diverse competenze rallentano alcune azioni, come appunto quella di pulizia. Una soluzione che viene operata spesso è quella di agevolare le associazioni ambientaliste nelle iniziative volte alla pulizia straordinaria della battigia.

“Alcune attività però – sottolinea Torrisi – necessitano della supervisione di personale esperto, che sappia rispettare i luoghi. Per esempio, sulla spiaggia, a inizio della primavera, nidificano una serie di uccelli e occorre intervenire senza disturbarne l’habitat o, peggio, danneggiare i nidi”.

Fino a poco tempo fa, era inoltre attivo un progetto, realizzato con i fondi del Patto per il Sud che ha permesso ad alcune associazioni, tra cui appunto Orione, di organizzare una serie di iniziative all’interno dell’Oasi, tra cui escursioni didattiche e attività di pulizia. Il progetto si è però concluso.

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