Giacomo Bellavia (Amts): “Le tratte fuori dal capoluogo sono inquadrate come interurbane, concesse in gestione ad altri operatori, il che comporta un servizio insufficiente”
CATANIA – Dopo l’inaugurazione della nuova linea Brt1 e il rinnovo del contratto tra il comune di Gravina di Catania e Amts per la linea interurbana 901, è naturale chiedersi se un giorno anche l’hinterland catanese potrà disporre di un sistema di trasporti pubblici adeguato alle esigenze dei cittadini. Difficilmente infatti coloro che risiedono nei paesi etnei, o che vi si recano per lavoro, riescono ad usufruire dei mezzi pubblici per spostarsi. Diventa così necessario disporre di mezzi propri anche per un percorso di qualche chilometro, generando il caos in centro così come nei pressi dei principali snodi della città.
Di fronte alla continua richiesta di potenziamento di quei pochi servizi interurbani già attivi, tutto però sembra tacere. Qualcuno sta lavorando su progetti che possano garantire un servizio di trasporto pubblico migliore tra i comuni etnei? Per fare chiarezza in merito, è intervenuto al QdS l’amministratore unico di Amts Giacomo Bellavia, che ha dichiarato: “Tutto dipende dal piano regionale dei trasporti. È la Regione a stabilire quali sono le tratte urbane e interurbane. Essendo operatore della mobilità urbana, Amts serve la città capoluogo e, solo in caso di previo accordo con altri Comuni, può disporre servizi nei territori limitrofi, limitatamente alla prima cintura attorno a Catania. Tutte le tratte al di fuori del capoluogo etneo rimangono inquadrate come tratte interurbane, concesse in gestione anche ad altri operatori. Il che comporta un servizio insufficiente e non idoneo alle necessità dei cittadini, che evidentemente vogliono essere collegati alla rete urbana dei trasporti”.
Nonostante gli svariati solleciti che le autorità regionali hanno ricevuto da parte del presidente Bellavia, in concomitanza con una serie di riunioni intercorse tra i sindaci dei comuni etnei, l’attenzione riguardo il trasporto interurbano continua a scarseggiare: “Ciò è fortemente limitativo per i cittadini – ha sottolineato Bellavia – perché Amts non ha facoltà di attivare in autonomia queste linee, mentre i comuni possono farlo solo con risorse proprie. Negli scorsi anni, avevamo prospettato diversi progetti su percorsi e linee, assieme ad alcuni accordi tra gli stessi comuni. Qualche Comune li ha in effetti attivati perché aveva risorse di bilancio autonome, mentre altri non sono riusciti a farlo. L’auspicio è che il governo regionale riorganizzi la rete dei trasporti regionali, proprio per trasformare le tratte interurbane in tratte urbane a tutti gli effetti. Così dovrebbe essere”.
Nel frattempo, la Città di Catania lavora però su un altro fronte importante, quello della sostenibilità nel trasporto urbano: “Sicuramente i fondi del Pnrr ci aiuteranno – ha commentato il presidente di Amts – ed entro tre anni il Comune di Catania acquisterà almeno 110 bus elettrici. Per orientare le scelte del cittadino in maniera sostenibile potremmo anche fare tariffe agevolate per l’utilizzo del mezzo pubblico e differenziare le tariffe della sosta nel centro storico. Inoltre, attiveremo sicuramente altre linee Brt e altre stazioni per il bike sharing, oltre al servizio di car sharing già presente con la società Amigo. Queste politiche potrebbero scoraggiare l’utilizzo dei mezzi privati e favorire il trasporto pubblico, andando incontro alla sostenibilità”.