Milo, la perla dell’Etna. E’ vero. Se non fosse che oggi, per, è diventata una perla nera a causa della cenere che imperversa con un vulcano, l’Etna, di nuovo in azione e mostrando ancora una volta la sua temibile e spettacolare potenza, ricoprendo nuovamente di materiale piroclastico i paesi pedemontani impegnati a concludere le operazioni di pulizia dell’ultima eruzione dei primi di agosto e che adesso, invece, anche a causa del vento si sono visti ricoprire così come accaduto, tra gli altri, nei territori di Milo e Fornazzo, Sant’Alfio”. E’ l’allarme lanciato da Venera Tropea, referente del Gruppo Territoriale Milo in Azione.
“Ci si ritrova – ha aggiunto – piombati in una situazione ingestibile, catastrofica, insostenibile. Cittadini lasciati da soli, territori agricoli devastati, strade impercorribili, cumuli di sabbia vulcanica accantonati ovunque con la conseguente presenza di polveri sottili che destano non poche preoccupazioni dal punto di vista sanitario e dell’incolumità delle popolazioni come quella nostra di Milo, poco più di mille abitanti in una superficie molto estesa, il cui centro abitato si trova proprio sotto il vulcano attivo più alto di Europa, risultando essere il più esposto a questo tipo di calamità”.
“Peraltro, abbiamo lo svantaggio di essere un piccolo comune, non potendo contare su grandi risorse economiche, tanto da farci trovare in serie difficoltà nel dover fronteggiare da soli tali calamità. Per non parlare di Fornazzo, frazione di Milo, lasciata totalmente abbandonata, seppur vi abitino circa 150 persone, pari a una cinquantina di famiglie. Tetti, piazze, strade e terreni agricoli sono irriconoscibili. Si contano tra i 7 e i 10 chili di cenere vulcanica per metro quadrato. Abbiamo bisogno di aiuto”.

